Negli ultimi mesi, molte aziende del settore automotive e della filiera hanno fermato la produzione o ridotto i volumi, mettendo numerosi lavoratori in cassa integrazione. Le cause principali sono:
• Rallentamento del mercato dei veicoli elettrici, dovuto a costi elevati e infrastrutture di ricarica ancora insufficienti.
• Rischio di sanzioni per le emissioni di CO₂, che ha spinto le case automobilistiche a rivedere le strategie produttive.
• Pressioni geopolitiche e difficoltà nella supply chain, che hanno influito sui costi e sulle forniture di materiali critici.
Le prospettive occupazionali secondo il Piano d’Azione UE per l’Automotive
Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha presentato il nuovo Piano d’Azione Industriale per sostenere la transizione del settore e tutelare l’occupazione. Per cui le prospettive potrebbero cambiare nei prossimi mesi. Le misure chiave includono:
- Riqualificazione e formazione per i lavoratori, in modo da adattarli alle nuove tecnologie legate ai veicoli elettrici e connessi.
- Sostegno alla competitività delle aziende europee, per evitare la delocalizzazione della produzione.
- Investimenti in ricerca e sviluppo per accelerare l’innovazione nel settore.
Tuttavia, il documento riconosce anche il rischio di perdita di posti di lavoro, soprattutto nelle aziende che producono componenti per motori a combustione interna.
Gli obiettivi UE per il 2035 e i traguardi intermedi
L’Unione Europea ha confermato che entro il 2035 sarà vietata la vendita di auto e furgoni nuovi con motori a combustione interna, con l’obiettivo di ridurre del 100% le emissioni di CO₂ nel settore. Il Piano d’Azione Industriale sottolinea che questo traguardo resta invariato, senza rinvii.
Ci sono però obiettivi intermedi:
• Entro il 2030, le emissioni dovranno essere ridotte del 55% per le auto e del 50% per i furgoni rispetto ai livelli del 2021.
• Nuove normative Euro 7 entreranno in vigore dal 2025 per i veicoli leggeri e dal 2027 per quelli pesanti, imponendo limiti più severi alle emissioni inquinanti.
Queste misure impongono alle case automobilistiche di accelerare la transizione elettrica e potrebbero avere un impatto significativo sull’occupazione, rendendo necessarie misure di accompagnamento per i lavoratori.
Il documento non menziona specificamente le auto ibride, ma conferma l’obiettivo di ridurre del 100% le emissioni di CO₂ per le auto nuove entro il 2035. Questo implica che anche le ibride plug-in saranno gradualmente eliminate a favore di veicoli a zero emissioni. Tuttavia, il piano d’azione prevede supporto alla transizione tecnologica, con incentivi per la ricerca e sviluppo.
Cosa possono aspettarsi i lavoratori in cassa integrazione?
Per chi è attualmente in cassa integrazione, le prospettive dipendono da diversi fattori:
1. Possibili incentivi statali: alcuni Paesi europei stanno introducendo fondi per aiutare le aziende a mantenere l’occupazione.
2. Nuove opportunità nel settore elettrico: chi lavora nella componentistica potrebbe essere riassorbito con adeguata formazione.
3. Ripresa produttiva lenta ma prevista: aziende come Stellantis hanno annunciato la ripartenza di alcuni stabilimenti, ma con volumi ridotti.
Il futuro dell’occupazione nel settore automotive è incerto, ma le misure europee e nazionali mirano a ridurre l’impatto della transizione ecologica. I lavoratori dovranno probabilmente affrontare una fase di riqualificazione, mentre le aziende cercheranno di adattarsi a un mercato in evoluzione. L’innovazione e la formazione saranno le chiavi per garantire una transizione sostenibile e meno traumatica per l’occupazione.