Nel confronto per il rinnovo del CCNL delle cooperative metalmeccaniche, scaduto a giugno 2024, arriva una proposta chiara e concreta dalla parte datoriale. Durante l’incontro del 31 marzo a Bologna, le cooperative hanno messo sul tavolo un aumento minimo garantito pari al 2% annuo dei minimi contrattuali, per un totale dell’8% sul quadriennio. Tradotto: 175 euro di aumento sul livello C3 ex 5°.
Un’offerta che garantisce aumenti certi ai lavoratori, su cui si innesta la clausola di garanzia già prevista dal contratto, ma con una novità: l’introduzione di un “cap” al 4% sull’IPCA-NEI.
Tetto massimo al recupero IPCA: il resto sarà redistribuito
Il meccanismo proposto dalle cooperative è semplice: fino al 4% di inflazione (indice IPCA NEI), gli aumenti saranno automaticamente applicati sui minimi contrattuali tramite la clausola di garanzia. Oltre questa soglia, la parte eccedente sarà recuperata su altre partite economiche, ancora da definire, ma comunque a vantaggio del lavoratore.
Un modo per assumersi il rischio inflattivo, ma con un limite sostenibile per le aziende. Si discute su come valorizzare la quota extra: welfare, sanità integrativa o altri strumenti.
EGR a 600 euro, previdenza e welfare potenziati
Tra le proposte anche un aumento dell’EGR a 600 euro, destinato ai lavoratori privi di contrattazione di secondo livello. Inoltre, si prevede:
- Previdenza integrativa al 2,3%
- Introduzione di una polizza LTC
- +6 euro mensili per la sanità integrativa
- Welfare aziendale da 220 euro annui
Orario di lavoro e mercato: aperture e paletti
Sul fronte dell’orario, le cooperative non vogliono modifiche nazionali. I sindacati chiedono le 35 ore a parità di salario, almeno per i lavoratori con turni pesanti. Sui contratti a termine, la proposta è un tetto del 18% per le aziende oltre i 500 dipendenti.
Federmeccanica, Assistal e Confapi ancora fermi
Mentre le cooperative dialogano e avanzano, il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal e del CCNL Unionmeccanica Confapi è bloccato. Gli industriali non hanno ancora presentato una controproposta concreta, né accettano l’idea di aumenti certi. Continuano a sostenere che l’unica disponibilità riguarda l’adeguamento dei minimi all’indice IPCA NEI. E niente più. Il negoziato è fermo da 5 mesi. Le disponibilità delle Cooperative potrebbero però cambiare l’orizzonte delle relazioni sindacali.
I lavoratori hanno scioperato il 28 marzo proprio per chiedere lo sblocco dei tavoli e una risposta vera, che ancora non arriva.