Andare in vacanza durante un periodo di malattia o congedo, e pubblicare le foto sui social, può portare al licenziamento per giusta causa. Lo dimostra una recente sentenza del Tribunale di Napoli (n. 658 del 28 gennaio 2025), che ha confermato il licenziamento di un lavoratore in permesso studio.
L’uomo aveva condiviso immagini da una vacanza in Thailandia mentre risultava assente per preparare la tesi. Chiamato a fornire chiarimenti dal datore di lavoro, ha sostenuto che le foto si riferivano a un viaggio passato. Ma non ha fornito alcuna prova, come prenotazioni o biglietti, a sostegno della sua versione.
Per i giudici conta la data di pubblicazione
Secondo i giudici, la data di pubblicazione delle foto è un elemento chiave. Se il lavoratore non dimostra che si trattava di immagini vecchie, il comportamento risulta scorretto e lesivo del rapporto fiduciario con l’azienda. Di conseguenza, il datore può legittimamente procedere con il licenziamento.
Anche chi suona ai concerti mentre è in malattia rischia grosso
Il principio vale anche per chi si assenta per malattia e svolge attività incompatibili con lo stato di salute dichiarato. È il caso di un dipendente assente per “sindrome influenzale”, che ha pubblicato su Instagram e Facebook immagini in cui suona con la propria band in eventi pubblici e privati.
Il datore ha diritto di verificare la coerenza tra il certificato medico e il comportamento reale del dipendente. Può farlo anche tramite un investigatore privato e può allegare come prova le foto e i video pubblicati sui social network.
Social nel mirino: prove valide per i giudici
Le indagini sui social sono sempre più utilizzate nei contenziosi legati alle assenze per malattia. I giudici le ritengono prove valide, anche senza autorizzazione preventiva, se servono a dimostrare un comportamento sleale o contrario agli obblighi contrattuali.
Pubblicare contenuti che mostrano attività ricreative durante la malattia può mettere a rischio il posto di lavoro. Le immagini diventano strumenti d’indagine che, in assenza di giustificazioni concrete, giustificano il licenziamento immediato.
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