Il Tribunale del Lavoro di Napoli ha condannato l’INPS a riconoscere i benefici amianto a Domenico Di Fraia, ex operaio metalmeccanico, saldatore per oltre 12 anni nello stabilimento Gecom SpA di Pozzuoli (NA).
La decisione arriva dopo un rigetto da parte dell’INPS, nonostante le certificazioni dell’esposizione all’amianto.
A renderlo noto è l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), guidato dall’Avv. Ezio Bonanni, che ha seguito e vinto il ricorso.
Chi è Domenico Di Fraia
Di Fraia, oggi 70enne, vive a Monterusciello (NA). Ha lavorato dal 1976 al 1988 in ambienti saturi di fibre di amianto, senza adeguate misure di sicurezza.
I capannoni erano privi di dispositivi di protezione individuale e dotati di ventole che peggioravano l’aerodispersione delle polveri tossiche.
Nel 2020, a causa di gravi sintomi respiratori, a Di Fraia sono state diagnosticate diverse patologie asbesto-correlate:
- ispessimenti pleurici bilaterali
- placche pleuriche
- tumefazioni linfonodali
Amianto: cos’è e perché è pericoloso
L’amianto è un insieme di minerali naturali a struttura fibrosa, usati in passato nell’industria per le sue proprietà isolanti, fonoassorbenti e ignifughe.
Quando viene danneggiato o lavorato, rilascia nell’aria fibre microscopiche che, se inalate, possono depositarsi nei polmoni e causare gravi malattie anche dopo decenni.
Le principali patologie legate all’amianto includono:
- mesotelioma pleurico
- asbestosi
- tumori polmonari
- placche pleuriche
L’uso dell’amianto è stato vietato in Italia nel 1992, con la legge n. 257 del 27 marzo 1992, che ne ha proibito estrazione, importazione, lavorazione e vendita.
L’INPS aveva rigettato la domanda, nonostante le prove
Nonostante la certificazione INAIL che attestava l’esposizione all’amianto dal 1 luglio 1976 al 31 dicembre 1987, l’INPS aveva respinto la richiesta di accredito contributivo.
A quel punto, Di Fraia si è rivolto all’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha subito avviato il ricorso.
Una sentenza che fa giurisprudenza
“La giustizia è arrivata in tempi brevi grazie a un’azione immediata”, dichiara l’avv. Bonanni.
“Questa sentenza dimostra quanto sia fondamentale agire subito contro un rigetto. Purtroppo, molti lavoratori sono costretti a lunghi percorsi giudiziari per ottenere ciò che è un loro diritto”.