Cassino, la fabbrica Stellantis al collasso: sciopero Fiom-Cgil per salario e dignità
Il 15 aprile i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Cassino incroceranno le braccia per quattro ore a fine turno. La FIOM-CGIL ha indetto uno sciopero per l’integrazione al reddito e per il rinnovo del biennio economico. In gioco ci sono salari sempre più bassi, blocchi produttivi continui, e una produzione crollata ai minimi storici.
Produzione crollata del 45,5% nel primo trimestre
Tra gennaio e marzo 2025 sono state prodotte solo 4.655 auto. Un crollo del 45,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel 2017 le auto prodotte erano sette volte di più.
Nel 1972, all’inaugurazione, usciva la storica Fiat 126: mai si erano visti dati così drammatici.
Secondo la FIM-CISL, ci sono stati 31 fermi produttivi in tre mesi. Un record negativo.
Un impatto devastante sulle buste paga e sull’indotto industriale del Cassinate.
Gli operai lavorano anche solo 2 o 3 giorni al mese
Oggi lo stabilimento occupa circa 2.500 operai.
La media è di 36 giornate lavorative ogni quattro mesi, ma non per tutti.
Con il contratto di solidarietà, c’è chi lavora solo 2 o 3 giorni al mese.
“Tutto ciò si riflette sulla retribuzione, sull’incertezza, sulla dignità dei lavoratori”, denuncia Andrea Di Traglia, segretario Fiom-Cgil di Frosinone-Latina.
Redditi troppo bassi per vivere, ma ISEE troppo alto per i sostegni
Molti lavoratori, pur avendo un reddito reale molto basso nel 2025, non riescono ad accedere ai bonus e alle misure di sostegno.
Il motivo è che l’ISEE si basa ancora sui redditi del 2023, quando la produzione non era ancora crollata.
Un paradosso che penalizza fortemente chi oggi vive con pochi euro al mese.
Alcuni sindaci del territorio, tra cui quelli di Cassino, Piedimonte San Germano e Villa Santa Lucia, hanno scritto direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo interventi urgenti per aggiornare i criteri ISEE e garantire accesso effettivo alle misure di sostegno.
L’unica forma di supporto resta la Cassa Integrazione, ma l’importo percepito è molto basso e insufficiente a coprire le spese essenziali.
I sindacati chiedono l’aumento dell’importo della CIG e una integrazione stabile al reddito per far fronte all’emergenza sociale.
Raccolta firme e protesta contro il “premio di carità”
La Fiom ha lanciato una raccolta firme per chiedere integrazione salariale in caso di cassa integrazione. Nel mirino anche il premio di risultato da 630 euro, definito “premio di carità”.
Si chiede una quota fissa, slegata da malattia e assenze. Obiettivo: difendere e aumentare il potere d’acquisto.
Fermata totale fino al 17 aprile
Dopo lo stop iniziato il 31 marzo, la produzione è ripresa solo l’8 aprile. Ma durerà appena 10 giorni: nuovo blocco fino al 17 aprile. Nel frattempo, lo sciopero coinvolgerà tutti i reparti, con:
- un solo turno nel montaggio
- tre turni nei reparti plastica e presse
Mirko Marsella (FIM-CISL): “Record negativi su tutti i fronti”
“Mai visti dati così disastrosi. La crisi colpisce la fabbrica, l’indotto, l’economia di tutto il territorio”, dichiara Mirko Marsella, segretario FIM-CISL.
I sogni industriali del passato sembrano svaniti. Le assunzioni di massa degli anni d’oro lasciano il posto alla paura di nuovi tagli.
Anche Termoli nel baratro: il racconto di “Presa Diretta”
A Termoli, Stellantis ha abbandonato il progetto della gigafactory per le batterie. Lo ha raccontato Presa Diretta su Rai3. L’ex “fabbrica del 2000” oggi è quasi deserta. Dal 2019 sono stati tagliati oltre 600 posti. La linea del motore Fire 1000 è agli sgoccioli. La promessa da 2 miliardi di investimento, anche con fondi PNRR, è svanita. Il progetto è stato spostato in Spagna. Secondo John Elkann, in Italia i costi energetici rendono “impossibile” una gigafactory.