Un mazzo di fiori ha catturato l’attenzione davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco. A donarlo è stato Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, al termine di un breve incontro stampa. La scena ha colpito molti, ma il gesto non è stato affatto casuale.
Un dono che richiama la storia del sindacato
Il bouquet era stato consegnato a Landini poche ore prima, a Benevento, durante l’assemblea generale della CGIL Sannita, da Pina Mansueto. Un nome noto nella memoria sindacale: nel 1957, fu lei a regalare un mazzo di fiori a Giuseppe Di Vittorio, storico leader della CGIL. Un gesto simbolico, che Landini ha rilanciato, questa volta verso i lavoratori della più importante fabbrica automobilistica del Sud.
Un segno di vicinanza, ma anche di campagna sindacale
Il mazzo di fiori è stato presentato come un segno di vicinanza ai lavoratori, in un momento segnato da crisi produttiva, cassa integrazione e incertezza sul futuro degli stabilimenti italiani. Ma non è solo un gesto affettivo, fanno notare i commentatori più critici.
È anche un tentativo chiaro di avvicinamento tra i lavoratori di Stellantis e la CGIL, in particolare la FIOM-CGIL, – fanno notare – la categoria dei metalmeccanici. La FIOM, infatti, non ha rappresentanza sindacale all’interno degli stabilimenti Stellantis. Un’anomalia che pesa per uno dei sindacati più storici del settore metalmeccanico, e che ora cerca di ricostruire un legame più stretto con gli operai.
Referendum dell’8 e 9 giugno: mobilitare il consenso
Il contesto non è secondario: Landini è impegnato in prima linea nella campagna per i 5 Sì ai referendum del prossimo 8 e 9 giugno, promossi proprio dalla CGIL. Il bouquet, dunque, si trasforma anche in un gesto politico, un messaggio ai lavoratori: partecipate, votate, schieratevi.
Una mossa per entrare nel cuore degli operai Stellantis
Con questa visita e questo simbolo, la CGIL cerca di colmare un vuoto. Pur avendo iscritti tra gli operai Stellantis, non ha una presenza sindacale strutturata negli stabilimenti. Il gesto di Landini è quindi anche una mossa strategica, per rafforza la fiducia e le simpatie di lavoratrici e lavoratori che oggi guardano altrove.