E’ confermata, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la convocazione per il 31 luglio 2025 su iniziativa del Governo per fare luce sulla situazione di Iveco Defence Vehicles (IDV), la divisione militare del gruppo Iveco, e sulla possibile cessione dell’intero perimetro industriale. Saranno presenti i sindacati ma non l’azienda.
Secondo Fiom-Cgil l’assenza di un rappresentante aziendale è un segnale gravissimo.
In una nota congiunta, Samuele Lodi, segretario nazionale della categoria e responsabile per il settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive, definiscono “gravissima” non solo la notizia delle trattative avanzate per la vendita di IDV, ma anche e soprattutto l’assenza di qualsiasi rappresentante aziendale all’incontro ministeriale.
“Exor sta disinvestendo”: la critica alla proprietà
La Fiom-Cgil punta il dito contro Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla Iveco Group, accusandola di disinvestire progressivamente dalla prospettiva industriale della società per privilegiare “profitti e dividendi per gli azionisti”, come starebbe già facendo nel settore automobilistico.
Secondo Lodi e Oreggia, questa strategia mette a rischio la tenuta industriale e occupazionale di un comparto che oggi conta circa 10.000 lavoratrici e lavoratori tra diretti e somministrati, oltre a diverse migliaia nell’indotto.
Allarme occupazione e richiesta d’intervento del Governo
«Questa china deve essere fermata», avvertono i rappresentanti sindacali, che chiedono al Governo di intervenire con tutti gli strumenti disponibili per scongiurare un’operazione che definiscono un “depauperamento di uno storico e fondamentale asset industriale italiano”.
Per la Fiom, non si può tollerare che un confronto così delicato avvenga senza la presenza di Iveco al tavolo ministeriale, come invece previsto per il 31 luglio. È necessario, ribadiscono, un confronto vero in sede ministeriale, con la presenza obbligata della proprietà per chiarire intenzioni e scenari.
“Non accetteremo operazioni speculative”
«Non accetteremo mai operazioni speculative che nulla hanno di industriale», concludono Lodi e Oreggia, promettendo che la Fiom-Cgil utilizzerà tutti i mezzi a disposizione per contrastare questo processo, difendendo con determinazione il lavoro, i siti produttivi e la vocazione industriale del gruppo.


