È arrivata la conferma: Stellantis ha firmato l’accordo per cedere la fabbrica Vm di Cento alla torinese Marval, attraverso la newco Gamma Holding. La notizia mette fine ai mesi di incertezza per i 352 dipendenti, ma conferma la strategia di disimpegno del gruppo in Italia. Dopo il ridimensionamento su Iveco e il drastico calo produttivo negli stabilimenti italiani, l’operazione rappresenta un nuovo segnale di smantellamento degli asset storici.
Una fabbrica simbolo che cambia padrone
L’impianto di Cento, passato nel 2013 sotto il controllo Fiat-Chrysler, produceva motori destinati anche a Maserati e al mercato Usa. Due anni fa Stellantis ha deciso di riconvertire le linee verso motori industriali e marini, ricorrendo alla cassa integrazione.
Ora arriva la cessione a Marval, attualmente composta da 800 lavoratori in 3 stabilimenti, che assicura la continuità produttiva e l’assunzione di tutta la forza lavoro. Ma il passaggio segna la fine del legame con un sito considerato, oltre un decennio fa, parte della visione di Marchionne.
Marval promette rilancio e occupazione
L’amministratore delegato Vincenzo Nunziata ha annunciato l’obiettivo di creare un “centro nazionale di eccellenza sui motori industriali”, ampliando le attività del gruppo.
Marval, che impiega circa 800 addetti tra Italia, Cina e Regno Unito, fornisce giganti come John Deere, Daimler Truck, Iveco, Scania e BYD. L’azienda conferma la volontà di mantenere i 352 lavoratori di Cento e di valorizzare le competenze locali.
Sindacati e istituzioni chiedono garanzie
La Regione Emilia-Romagna incontrerà le parti il 15 settembre. I sindacati vogliono un piano industriale solido, nuove commesse e tutele certe.
L’intesa, infatti, arriva mentre Cento è ferma in cassa integrazione e senza un vero rilancio rischia di restare ostaggio della crisi. La cessione conferma la linea di Stellantis: alleggerirsi di stabilimenti in Italia, dopo Iveco e il crollo delle produzioni nazionali. Tra cui anche Termoli, altra storica fabbrica dedicata ai motori, Per questo le sigle chiedono un confronto diretto con l’amministratore delegato Antonio Filosa, per chiarire quali siano le reali strategie del gruppo nel Paese.


