sabato, Luglio 5, 2025

A Torino Installatore precipita dal Tetto e Muore. I Colleghi mentono: “incidente a casa”. Chi proteggono? Quali rischi?

Un operaio di 35 anni ha perso la vita dopo una caduta di 10 metri mentre installava un’impalcatura su un capannone in ristrutturazione a Leini, vicino Torino. Ma il vero scandalo è emerso solo dopo: i colleghi, invece di chiamare i soccorsi, lo hanno trasportato in ospedale e hanno dichiarato che l’incidente era avvenuto in casa.

In foto il luogo del tragico incidente

Un errore dettato dal panico o una strategia per evitare sanzioni? Le indagini sono in corso ma il sospetto c’è che l’obiettivo fosse quello di tenere l’incidente fuori dal perimetro aziendale per tentare di proteggere non solo l’impresa edile ma anche la proprietà del capannone. Non sapendo che, nascondendo la verità, la situazione è peggiorata a ora le aziende dovranno dare molte più spiegazioni.

La dinamica dell’incidente

L’uomo, cittadino egiziano, stava lavorando sul tetto di un capannone in ristrutturazione quando è precipitato, forse a causa del cedimento della struttura. Non c’è stata nessuna chiamata al 112, nessun intervento immediato dei soccorsi. I fatti dicono che colleghi hanno caricato il ferito in auto e lo hanno portato al pronto soccorso del San Giovanni Bosco di Torino, dove è morto poco dopo.

Solo successivamente le prime verifiche degli inquirenti hanno rivelato la verità, smentendo la versione iniziale: l’infortunio non era avvenuto in casa, ma sul lavoro. Una menzogna che solleva dubbi su possibili pressioni o strategie per evitare che l’azienda fosse coinvolta ufficialmente nell’accaduto.

Rischio decurtazione punti dalla Patente a Crediti

Se l’incidente fosse stato denunciato subito, l’impresa edile avrebbe potuto subire pesanti sanzioni. In base alla tabella di decurtazione della “Patente a Crediti” in vigore dal 1° ottobre 2024, le violazioni ipotizzabili sono:

  • Mancanza di protezioni contro la caduta dall’alto (6 punti)
  • Mancanza di protezioni verso il vuoto (2 punti)
  • Lavori in prossimità di linee elettriche senza misure di sicurezza (2 punti)
  • Omessa vigilanza sulla rimozione o modifica dei dispositivi di sicurezza (2 punti)
  • Omessa notifica all’organo di vigilanza per lavori con rischio amianto (1 punto)
  • Infortunio mortale (20 punti)

Solo con l’infortunio mortale, l’azienda avrebbe perso 20 punti. Con un credito iniziale di 30 e la sospensione dell’attività sotto i 15, il rischio di chiusura sarebbe stato elevato. Ecco perché in questi casi si tenta di spostare la responsabilità “altrove”. Ma il confronto con la legge in materia di sicurezza è solo rinviato. Non può escludersi infatti che saranno applicate le sanzioni previste dal decreto sulla Patente a Crediti.

Quali conseguenze per i colleghi e il datore di lavoro?

Ora la procura di Ivrea sta valutando se dietro la menzogna dei colleghi ci sia stato un vero e proprio tentativo di insabbiare i fatti. Se fosse accertato che il ritardo nei soccorsi ha aggravato le condizioni dell’operaio, potrebbero emergere reati come omissione di soccorso o favoreggiamento.

Anche il datore di lavoro è sotto inchiesta. Se saranno accertate violazioni sulle misure di sicurezza e la mancata formazione del personale, potrebbe rischiare accuse ancora più gravi, fino all’omicidio colposo.

Le indagini continuano

La procura ha sequestrato il capannone e lo Spresal dell’Asl To4 sta eseguendo verifiche sulle condizioni del cantiere. I vigili del fuoco hanno utilizzato droni per acquisire immagini dettagliate della struttura e individuare eventuali irregolarità.

L’intera vicenda solleva interrogativi inquietanti: l’operaio sarebbe ancora vivo se i soccorsi fossero stati allertati subito? E soprattutto, quante altre tragedie vengono insabbiate per evitare sanzioni?

Foto Credit: DepositPhotos.com

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