Lo stabilimento Stellantis di Cassino continua ad affrontare un periodo di forti incertezze. E così sarà almeno fino al 2027. La produzione della nuova Alfa Romeo Stelvio, inizialmente prevista per il post-estate, è stata posticipata alla fine dell’anno. La piena operatività non sarà raggiunta prima del 2026. Inoltre, il sito non passerà completamente all’elettrico nel 2025, continuando a produrre anche modelli con motori endotermici con gli impianti che lavoreranno non a pieno regime.
Un futuro complesso per i dipendenti dello stabilimento di Cassino
La conferma è arrivata da Marco Calabrò, funzionario del Mimit, durante l’incontro del 14 marzo scorso. Il funzionario, collaboratore del Ministro Adolfo Urso, ha detto che ci saranno tre modelli sulla nuova piattaforma Stla-Large, a partire, appunto, dal 2026.
I vertici di Stellantis hanno avvisato i sindacati: il 2025 sarà un anno particolarmente difficile. La crescente dipendenza dagli ammortizzatori sociali e i volumi produttivi stagnanti, in linea con quelli del 2024, non lasciano spazio a segnali concreti di ripresa prima del 2027.
Questo scenario preoccupa non solo i dipendenti dello stabilimento, ma anche le aziende e i dipendenti dell’indotto.
Rischio esuberi per le aziende dell’indotto
Molte aziende fornitrici operano a intermittenza a causa della riduzione degli ordini. Contratti in scadenza e il rischio di esuberi mettono a dura prova il settore. Emblematici i casi di Atlas, con 80 dipendenti e contratto in scadenza a settembre 2025, e Iscot, con 45 lavoratori. Gennaro D’Avino, segretario provinciale della Uilm, ha dichiarato: “Se questa è la linea adottata da Stellantis, molti posti di lavoro sono a rischio”. Con l’incertezza sui contratti commerciali, infatti, questi lavoratori sono a rischio licenziamento.
Il tavolo automotive del 14 marzo e la Cassa integrazione
La crisi di Cassino e del settore automotive italiano è stata al centro del tavolo del 14 marzo presso il Mimit. Durante l’incontro, il Ministro Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza di un piano industriale strutturato per rilanciare il settore. Ha ribadito la necessità di investimenti in innovazione e transizione energetica, ma anche di misure concrete per sostenere l’occupazione.
I sindacati, da parte loro, hanno espresso forte preoccupazione. Hanno chiesto interventi immediati per evitare ulteriori riduzioni di personale e per garantire una transizione giusta verso l’elettrico. “Non possiamo accettare che migliaia di lavoratori paghino il prezzo di una transizione non gestita”, ha dichiarato un rappresentante della FIOM.
I sindacati hanno anche chiesto di mettere mani al sistema di ammortizzatori sociali. Chiedono che sia più equo e duraturo: cioè siano previsti aumenti delle indennità e certezze riguardo alla durata. E’ indispensabile per offrire maggiore sicurezza economica ai lavoratori, spesso costretti a sopravvivere con poco più di mille euro al mese. In proposito Fiom-Cgil ha deciso di lanciare una raccolta firme per chiedere di rafforzare l’integrazione salariale delle lavoratrici e i lavoratori di Stellantis.