La crisi del settore automotive continua a pesare sui lavoratori. Stellantis utilizza massicciamente la cassa integrazione in tutti gli stabilimenti italiani. La Fiom-Cgil chiede un rafforzamento dell’indennità economica e della durata, oltre all’introduzione di percorsi di formazione nei periodi di sospensione, come sta già avvenendo in Piemonte.
La richiesta di integrazione salariale
L’assenza di un piano industriale e di nuovi modelli produttivi ha portato a un utilizzo continuo della cassa integrazione. I lavoratori si trovano a percepire stipendi insufficienti, spesso poco sopra i mille euro al mese. La Fiom-Cgil ha avviato una raccolta firme per chiedere:
- Maggiori integrazioni salariali
- Riduzione dell’orario di lavoro
- Percorsi di formazione durante la sospensione
L’obiettivo è garantire un reddito dignitoso e nuove opportunità per i lavoratori del settore.
Il ruolo del Governo e delle Regioni
Il Governo ha ridotto i fondi per l’automotive, scaricando sulla UE la responsabilità delle politiche industriali. Tuttavia, alcune Regioni stanno già intervenendo. In Piemonte, ad esempio, sono state attivate risorse per la formazione dei lavoratori in cassa integrazione. Insomma i lavoratori di Cassino, Termoli, Pomigliano, Melfi, Atessa devono essere “trattati” come quelli di Mirafiori.
La Fiom-Cgil chiede che questa misura venga estesa a livello nazionale proprio per evitare che i lavoratori rimangano senza prospettive.
Un confronto con Stellantis e le istituzioni
Il 14 marzo, la Fiom-Cgil presenterà una posizione unitaria al tavolo automotive presso il Mimit. La richiesta è chiara: Stellantis, Governo e Regioni devono intervenire subito per garantire stabilità economica ai lavoratori.
L’azienda deve assumersi la responsabilità sociale d’impresa, sottolinea il comunicato, mentre le istituzioni devono offrire risposte concrete oltre la semplice propaganda.