“Quattro mesi di silenzi che seppelliscono le relazioni industriali che in passato avevano consentito di superare situazioni difficili per la categoria e di introdurre anche importanti novità.” Con queste parole, il segretario generale Fim Cisl, Ferdinando Uliano, ha annunciato lo sciopero nazionale del 28 marzo, al quale parteciperanno anche i lavoratori metalmeccanici di Cassino. In particolare quelli impegnati nella filiera Automotive, per il sito Stellantis di Piedimonte San Germano.
Venerdì 21 marzo si terranno le assemblee unitarie dei delegati per preparare la protesta. L’obiettivo è far ripartire la trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, scaduto a giugno 2024 e fermo da novembre. Un accordo che riguarda oltre 1,5 milioni di lavoratori, ora bloccato da una lunga fase di immobilismo.
La mobilitazione c’è, ma i tempi sono incerti
“Un atteggiamento inaccettabile e irresponsabile – ha detto Uliano – per questo abbiamo avviato una stagione di mobilitazione.” Tre assemblee sindacali si terranno il 21 marzo a Vicenza, Firenze e Napoli con i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, per rafforzare la protesta in vista dello sciopero di 8 ore in calendario per il 28 del mese.
A Cassino, i preparativi sono in corso. “Si tratta del terzo sciopero che facciamo per il rinnovo del contratto nazionale – ha dichiarato Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl – con presidi anche fuori dalle aziende.” La protesta è necessaria, ma tutti sanno che la situazione generale non cambierà a breve.
Automotive: il 2025 e il 2026 saranno ancora anni difficili
Se lo sciopero punta a smuovere le acque sul contratto nazionale, il vero nodo per Cassino resta l’automotive. Il recente tavolo al ministero delle Imprese ha confermato incentivi e impegni nazionali, ma la realtà è che prima del 2027 non ci saranno vere novità.
Il 2025 “sarà sicuramente un anno difficile, come lo è stato il 2024 – ha spiegato Marsella – Attendiamo la vettura nuova, ma i tempi restano incerti. Prima del 2026 non succederà nulla.” Un’affermazione che rispecchia il pessimismo diffuso tra i lavoratori.
L’unica notizia positiva è la revisione del piano produttivo. “Era prevista solo la versione elettrica del nuovo modello, ma visto l’andamento delle vendite abbiamo insistito per una variante ibrida. Il punto, però, è sempre lo stesso: quando arriverà?” Anche su questo, nessuno si sbilancia.
Stop alla Cassa integrazione nel 2027?
Marsella lo dice chiaramente: la ripresa vera potrà avvenire solo nel 2027. “Anche con il nuovo modello non si potrà tornare a pieno regime – ha sottolineato – perché è un’auto di segmento alto e non potrà saturare gli impianti né eliminare gli ammortizzatori sociali.”
La realtà è che l’automotive non basta più. “La battaglia andrà avanti, ma bisogna iniziare a ragionare su altri settori produttivi. Il rischio è che Cassino si svuoti sempre di più.” L’emorragia di giovani verso altre regioni è un segnale chiaro: senza un piano di rilancio concreto, il territorio rischia di restare fermo per troppo tempo.