sabato, Luglio 5, 2025

Produrre negli Usa per aggirare i Dazi. L’Industria lascia l’Italia?

Durante una recente puntata di Tagadà, il talk show di approfondimento politico e sociale condotto da Tiziana Panella su La7, è intervenuta Francesca Paoli, amministratrice delegata della Dino Paoli Srl di Reggio Emilia e presidente della PMI Confindustria locale. L’azienda è rinomata per la produzione di avvitatori professionali utilizzati nel motorsport e nell’industria automobilistica.

Valutazioni sulla delocalizzazione in North Carolina

Nel corso dell’intervista, Paoli ha espresso preoccupazione riguardo ai nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di auto e componentistica dall’Unione Europea. In particolare, ha evidenziato come tali misure stiano penalizzando settori chiave dell’industria italiana, tra cui la componentistica auto. Per contrastare l’impatto negativo di queste tariffe, l’azienda sta considerando la possibilità di delocalizzare parte della produzione negli Stati Uniti, precisamente in North Carolina. Questa strategia permetterebbe di evitare i dazi e mantenere la competitività sul mercato americano.

La mossa delle aziende della componentistica segue i “fatti” già messi in campo da Stellantis, che ha deciso la chiusura di reparti e stabilimenti tra Messico e Canada per puntare i suoi investimenti direttamente nel territorio degli Stati Uniti.

Dazi del 25% sulle importazioni dall’UE

Il presidente Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 25% sulle automobili e componentistica, importate dall’Unione Europea, giustificando la decisione con la necessità di correggere quello che considera un trattamento commerciale iniquo nei confronti degli Stati Uniti. Oltre al settore automobilistico, le nuove tariffe colpiscono anche i settori farmaceutico e dei semiconduttori .

Impatti previsti sul settore automobilistico europeo

Secondo un’analisi di S&P Global Ratings, l’introduzione di dazi sulle importazioni di veicoli leggeri dall’UE e dal Regno Unito potrebbe causare una diminuzione fino al 17% dell’EBITDA annuale (margine operativo lordo) per i produttori europei . Particolarmente esposti sarebbero marchi come Volvo e Jaguar Land Rover, mentre l’impatto su BMW e Mercedes risulterebbe più contenuto.

La strategia della multilocalizzazione

Di fronte a queste sfide, molte aziende italiane che esportano buona parte dei loro prodotti in USA, stanno valutando la multilocalizzazione come soluzione per mantenere l’accesso ai mercati esteri senza subire le penalizzazioni derivanti dai dazi. Stabilire unità produttive negli Stati Uniti consentirebbe di eludere le tariffe aggiuntive e di operare più efficacemente sul mercato locale.

Francesca Paoli, pur mantenendo un atteggiamento ottimista, ha sottolineato come l’attuale scenario richieda alle imprese italiane di adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche commerciali per salvaguardare la propria competitività internazionale.

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