Tentava di portare via alcuni pezzi di ricambio dallo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. Un operaio è stato fermato all’alba dai carabinieri della compagnia di Cassino, allertati dai responsabili dello stabilimento, insospettiti dai suoi movimenti.
Il lavoratore è stato sorpreso con materiale per un valore di circa 800 euro, probabilmente destinato alla rivendita sul mercato nero. I militari sono intervenuti in tempo, hanno identificato l’uomo e lo hanno denunciato a piede libero per furto. A decidere è stato il magistrato di turno.
L’azienda valuta il licenziamento immediato
Secondo quanto trapela, Stellantis starebbe valutando il licenziamento in tronco dell’operaio. Una decisione possibile in base al contratto collettivo e al codice disciplinare interno. Ma dietro il gesto potrebbe esserci una realtà più dura.
Salari bassi, cassa integrazione e contratti bloccati
Il contesto in cui si inserisce l’episodio è fatto di salari fermi a 2 anni fa, cassa integrazione prolungata, premi di risultato irrisori e produzione ai minimi storici.
Nel caso dello stabilimento di Cassino, Stellantis ha annunciato una nuova chiusura fino al 5 maggio. La produzione si è fermata il 18 aprile e riprenderà soltanto dopo le lunghe festività. Il primo trimestre 2025 si è chiuso con solo 4.655 veicoli prodotti: -45,5% rispetto all’anno precedente.
Il sito lavora su un solo turno e utilizza meno del 10% della capacità produttiva. Nessun nuovo modello è previsto prima del 2026. Nel frattempo, migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione con indennità vicine ai 900 euro mensili.
Un gesto che riflette la crisi sociale e industriale
In un clima di estrema incertezza sul futuro e senza una reale prospettiva industriale, episodi come questo riflettono una disperazione crescente. Non si tratta solo di un furto. Ma di un gesto estremo, forse dettato dalla necessità di arrotondare uno stipendio ormai insufficiente.
La Fiom-Cgil di Cassino ha denunciato a più riprese una situazione insostenibile per i lavoratori. Solo pochi giorni fa ha proclamato scioperi per chiedere integrazione al reddito e rinnovo contrattuale, denunciando le continue fermate e l’assenza di un piano chiaro per il futuro.