Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il settore chimico-farmaceutico, siglato alcuni giorni fa da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil con Federchimica e Farmindustria, prevede un aumento del trattamento economico complessivo di 294 euro al livello D1 per il triennio 2025-2028. L’intesa è stata raggiunta con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del contratto, evidenziando relazioni industriali collaborative e moderne.
La notizia non è tardata ad arrivare a Corso Trieste, sede nazionale di Fim-Fiom-Uilm, nel vecchio palazzo della federazione mai completamente realizzata, le FLM, dove è stata accolta con misurato entusiasmo. La base adesso si aspetta che anche i sindacati metalmeccanici ottengano un risultato analogo. Un impegno che rilancia con forza le ragioni di una piattaforma, quella inviata a Federmeccanica e Assistal più di un anno fa, che mette al centro la richiesta economica di 280 euro.
La situazione nel settore metalmeccanico
Ma nel frattampo la trattativa per il rinnovo del CCNL metalmeccanici, sia per l’industria (Federmeccanica-Assistal) che per le PMI (Unionmeccanica-Confapi), è in stallo. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato nuove 8 ore di sciopero ad aprile, svolte in modalità frazionata a gruppi di 2 ore, per sbloccare le trattative.
Pesa, specie sul tavolo delle due federazioni confindustriali, la “contro-piattaforma”, con una serie di richiesta non digeribili dal sindacato, tra cui:
- no ad aumenti salariali certi, ma solo variabili in base all’inflazione;
- soppressione del meccanismo degli scatti di anzianità che verrebbe sostituito con una liquidazione anticipata dagli effetti “pericolosi”;
- più risorse sul welfare e meno sul salario;
- durata quadriennale del CCNL anziché triennale.
I sindacati metalmeccanici chiedono un aumento di 280 euro mensili per il livello C3 (ex 5º livello) nel triennio 2024-2027. Tuttavia, Federmeccanica e Assistal propongono di mantenere la clausola di salvaguardia legata all’indice IPCA NEI, rinviando gli aumenti salariali certi al dato consolidato dell’inflazione, che viene pubblicato ogni anno a giugno.
294 euro ai lavoratori dei settori Chimica-Farmaceutica: un precedente significativo
Ma passiamo all’intesa che ha portato 294 euro per circa 200.000 lavoratori, neppure 1/5 della totalità delle tute blu. L’accordo nel settore chimico-farmaceutico potrebbe rappresentare un precedente significativo per le trattative nel settore metalmeccanico. L’aumento di 294 euro ottenuto da Filctem, Femca e Uiltec è superiore alla richiesta di 280 euro avanzata da Fim, Fiom e Uilm. Questo potrebbe rafforzare la posizione dei sindacati metalmeccanici nel negoziato, evidenziando la possibilità di ottenere aumenti salariali certi e non legati esclusivamente all’indice IPCA.
Anche se in questa fase l’ostacolo principale sembra essere la posizione ferma di Federmeccanica, che insiste sulla clausola di salvaguardia, insistendo sul fatto che sono stati proprio i sindacati a volerla, e rifiuta aumenti certi in fase di rinnovo. Questo irrigidimento rischia di isolare il comparto metalmeccanico industriale rispetto agli altri settori industriali che stanno invece chiudendo accordi con cifre definite. L’unico comparto ad aver dato certezze ai lavoratori è quello dell’artigianato metalmeccanico con un aumento di 216 per il quadriennio 2024-2027.