Lo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi si prepara a una nuova fase industriale. A partire da settembre 2025 inizierà la produzione della nuova Jeep Compass in tre versioni: Full Electric, Ibrida e Mild Hybrid. Seguiranno la DS7 a marzo 2026 e la Lancia Gamma da giugno dello stesso anno.
Il crono programma è stato confermato durante una visita dell’assessore regionale allo sviluppo economico della Basilicata, Franco Cupparo. Ma dietro la trasformazione produttiva si nascondono numeri che fanno riflettere.
Da 400.000 a 150.000 vetture: crollo produttivo e meno occupati
Nel 2015 lo stabilimento lucano raggiunse il record di 400.000 veicoli prodotti. Record difficilmente replicabile nel breve periodo. Con le nuove linee, si stima che nel 2026 si arriverà a 150.000 unità. Questo drastico calo ha già effetti sul piano occupazionale. Sono sempre di più i lavoratori che aderiscono all’accordo per l’esodo incentivato, con bonus fino a 100.000 euro. L’intesa sugli incentivi per gli esuberi resterà valida fino a dicembre 2025.
Sei milioni per i cassa integrati e chi rischia il posto
Per far fronte a questa situazione, la Regione Basilicata ha predisposto un avviso pubblico da 6 milioni di euro. Queste risorse serviranno a sostenere i lavoratori in cassa integrazione e quelli a rischio disoccupazione. Di questi fondi, ben 4 milioni saranno riservati alle aziende dell’indotto.
Un provvedimento che potrebbe coinvolgere anche molti operai del settore automotive e metalmeccanico, in particolare quelli legati alla filiera produttiva di Stellantis.
L’indotto non regge il nuovo modello industriale
Le aziende dell’indotto, nate e strutturate per sostenere una produzione di 400.000 vetture l’anno, oggi non riescono ad adattarsi ai nuovi numeri. La transizione verso l’elettrico e le incertezze normative sulle emissioni, parzialmente modificate dall’Unione Europea, stanno bloccando gli investimenti.
A questo si aggiunge l’assenza dei provvedimenti promessi dal governo sugli ammortizzatori sociali. Un mix che rende instabile il futuro per migliaia di lavoratori.
Chi può sperare nei fondi regionali
La misura regionale riguarda i cassa integrati e chi è in bilico tra lavoro e disoccupazione. In prima linea ci sono i dipendenti dell’automotive, ma anche gli operai delle aziende meccaniche e dell’indotto, comprese le realtà della logistica e della componentistica.
Molti di loro, con l’esodo o i fondi regionali, potrebbero trovare un minimo di sollievo. Anche se resta da capire quando e come saranno erogati concretamente i soldi.