Simone Bettini sarà con ogni probabilità il nuovo presidente di Federmeccanica. Fiorentino come il direttore generale Stefano Franchi, Bettini arriva in un momento chiave per le relazioni industriali italiane. Il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici è fermo, e le tensioni tra sindacati e imprese sono al massimo storico degli ultimi anni. La votazione definitiva è prevista per il 20 maggio 2025.
Simone Bettini: chi è il prossimo Presidente di Federmeccanica?
Imprenditore di lungo corso, Simone Bettini è a capo della Rosss di Scarperia e San Piero (Firenze), storica azienda di famiglia specializzata in scaffalature industriali per magazzini, archivi e uffici. Su Linkedin si presenta con il suo nome completo: Silvano Simone.
Nel campo associativo è stato presidente di Confindustria Firenze dal 2011 e ricopre attualmente il ruolo di vicepresidente di Federmeccanica, con delega alla Crescita Strutturale delle Imprese, posizione che lo ha già visto impegnato nel cuore delle dinamiche contrattuali. Ora è chiamato a fare il salto alla guida dell’intera federazione, in un momento in cui serve autorevolezza, visione e capacità di mediazione.
Contratto bloccato, serve una svolta
Il contratto dei metalmeccanici riguarda oltre 1,5 milioni di lavoratori. Il modello contrattuale innovativo che prevede il meccanismo di recupero del potere d’acquisto attraverso l’IPCA, firmato nel 2016, oggi è in stallo. Il tavolo delle trattative è chiuso, e nessuna delle parti sembra disposta a fare il primo passo. Bettini eredita una situazione complessa ma può rappresentare l’occasione per ricostruire un clima di fiducia.
Le grandi imprese spingono per chiudere
Colossi come Leonardo, Fincantieri, Hitachi e Baker Hughes vogliono un accordo in tempi rapidi. Hanno un portafoglio ordini pieno e chiedono certezze per programmare le produzioni. Puntano su Bettini perché riapra il confronto e dia una direzione pragmatica alla trattativa.
Le Pmi frenano: “Aumenti insostenibili”
Il vero nodo è la spaccatura interna a Federmeccanica. Le piccole e medie imprese rappresentano oltre l’80% degli associati e temono aumenti salariali fissi. Non sentono il peso degli scioperi e vivono una congiuntura difficile, soprattutto nel settore auto e nella componentistica. Serve un equilibrio che solo una leadership solida può garantire.
I sindacati vogliono aumenti certi
Fim-Fiom-Uilm chiedono aumenti certi e tangibili sui minimi contrattuali. Ritengono le proposte padronali troppo vaghe e inadatte al momento storico. Senza un risultato concreto e “visibile”, anche il consenso interno ai sindacati rischia di crollare. Bettini dovrà trovare una sintesi efficace.
Bettini chiamato al “miracolo”
Nel 2021 si riuscì a chiudere con tre pilastri: Ipca, riforma inquadramenti e welfare. Ora il contesto è diverso, ma l’inflazione contenuta potrebbe aiutare. Le aspettative sono alte. Tutti – grandi imprese, Pmi e sindacati – guardano a Bettini per una ripartenza.
Tocca a lui, imprenditore del fare e del dialogo, rimettere in moto la macchina del contratto.