In Sicilia arriva una nuova misura economica per sostenere concretamente le donne che vogliono ricostruire la propria vita dopo situazioni di violenza. Si chiama Reddito di Libertà e può arrivare fino a 10.000 euro a persona. È una misura distinta da quella nazionale gestita dall’INPS, ma ad essa complementare.
Ed è compatibile anche con il Reddito di Povertà regionale, attualmente in fase di liquidazione da parte dell’IRFIS: le donne che hanno già fatto domanda per quest’ultimo possono richiedere anche il nuovo contributo.
Obiettivo: autonomia personale e lavorativa
Il Reddito di Libertà mira a rafforzare l’autonomia economica, abitativa, lavorativa e scolastica delle donne che hanno subito violenza. È destinato a chi ha subito maltrattamenti fisici o psicologici, anche in presenza di figli minori, e intende avviare un percorso personalizzato di uscita dalla condizione di dipendenza.
I fondi vengono erogati in funzione di un progetto individuale, costruito insieme ai servizi sociali del Comune di residenza.
Chi può accedere al Reddito di Libertà
Il contributo è rivolto a donne:
- disoccupate o inoccupate, oppure con ISEE inferiore alla soglia di povertà assoluta ISTAT;
- concrete vittime di violenza, seguite da servizi sociali, centri antiviolenza o autorità competenti;
- che aderiscono a un progetto personalizzato di autonomia.
Spese ammissibili
Secondo gli articoli 5 e 6 dell’avviso pubblico, il contributo può essere utilizzato per:
- acquisto di beni strumentali e materiali utili all’avvio di attività lavorative;
- arredi e attrezzature per l’abitazione;
- formazione professionale, percorsi scolastici e attività educative;
- servizi per i figli o spese collegate alla gestione familiare.
Ogni progetto deve indicare in dettaglio come saranno impiegate le risorse richieste.
Domanda: come fare e scadenze
La misura è attiva dal 30 giugno 2025 ed è gestita a sportello, cioè le richieste vengono accolte in ordine di arrivo fino a esaurimento fondi (pari a 236.063,58 euro). Si può fare domanda entro il 31 luglio 2025.
La domanda deve essere presentata dal Comune su iniziativa della donna interessata. I Comuni trasmettono l’istanza via PEC all’indirizzo:
