L’ondata di caldo estremo che ha colpito l’Italia sta avendo conseguenze dirette anche nei cantieri edili e impiantistici. In tre Regioni – Umbria, Lazio e Calabria – sono attive ordinanze regionali che impongono il divieto di svolgere attività lavorative all’aperto nelle ore più calde della giornata, per proteggere la salute degli operai esposti al sole.
Il blocco si applica a cantieri edili, installazioni impiantistiche, florovivaismo e agricoltura, ma gli effetti più rilevanti si registrano nel settore delle costruzioni e manutenzioni su coperture, tetti, facciate e strade, dove l’esposizione diretta al sole comporta rischi gravi di colpo di calore.
Fascia oraria vietata e condizioni di attivazione
Nelle tre Regioni che hanno adottato misure ufficiali, le ordinanze prevedono lo stop delle attività all’aperto dalle 12:30 alle 16:00. Il blocco non si applica automaticamente ogni giorno, ma solo in presenza di rischio climatico “Alto” secondo i bollettini della piattaforma Worklimate, gestita da INAIL e CNR.
Worklimate fornisce previsioni a 3 giorni e segnala le ore più critiche per lo stress da calore sulla base dell’indice WBGT, che combina temperatura, umidità e radiazione solare. Quando il rischio è elevato alle ore 12, l’attività nei cantieri va interrotta tra le 12:30 e le 16:00.
Imprese obbligate a riorganizzare i turni
Nei territori dove l’ordinanza è attiva, le imprese devono rimodulare orari e organizzazione del lavoro. In molti cantieri si anticipa l’orario di inizio, si posticipano le lavorazioni più pesanti, oppure si sospendono totalmente le attività in presenza di allerta.
Le ordinanze prevedono eccezioni solo per gli interventi urgenti di pubblica utilità o emergenza, ma anche in quei casi è obbligatorio adottare misure di prevenzione per proteggere i lavoratori.
In caso di violazione, si applicano le sanzioni previste dall’art. 650 del Codice Penale: fino a 3 mesi di arresto o ammenda fino a 206 euro.
Sud in ritardo: in Sicilia, Campania, Puglia i lavoratori sono ancora senza tutele
Restano senza ordinanza regionale 3 delle Regioni dove il caldo si fa più sentire: Sicilia, Campania e Puglia. In Sicilia, sindacati e opposizioni stanno da giorni pressando il presidente Schifani, chiedendo l’adozione urgente di un provvedimento per fermare i lavori nei cantieri esposti.
In Puglia, nonostante il forte caldo, la Regione non ha ancora attivato alcun blocco. A intervenire sono stati – nel frattempo – solo alcuni Comuni della provincia di Taranto, che hanno emanato ordinanze locali con lo stop ai lavori dalle 12:00 alle 16:30.
I lavoratori: “Non siamo carne da macello, servono regole chiare per tutti”
Nel frattempo, cresce la rabbia nei cantieri. Gli operai edili e gli installatori di impianti chiedono misure immediate e coordinate. Senza ordinanze regionali, si rischia che in alcune zone d’Italia si lavori sotto 40 gradi senza alcuna tutela.
I sindacati chiedono che anche le altre Regioni si muovano, prima che ci scappi il morto.