Il 17 giugno 2025 il Tribunale di Treviso ha dato una svolta importante per chi lavora in fabbrica. Una lavoratrice della Electrolux di Susegana ha visto finalmente riconosciuta la malattia professionale legata agli sforzi ripetuti e ai movimenti fatti ogni giorno.
Questo riconoscimento significa non solo un risarcimento economico, ma anche maggiori tutele per chi si trova in situazioni simili. Tra questi, rientrano i lavoratori metalmeccanici.
La malattia riconosciuta: problemi alle spalle per sforzi ripetuti
La lavoratrice, che operava sulla linea di montaggio, ha sviluppato una lesione degenerativa della cuffia dei rotatori in entrambe le spalle, una patologia causata da movimenti ripetitivi e posture forzate. A questa, sempre per lo stesso motivo, si era aggiunta la sindrome del tunnel carpale bilaterale.
In precedenza, l’INAIL aveva già riconosciuto l’origine professionale di queste patologie. E ora anche il Tribunale di Treviso ha ritenuto che la nuova malattia fosse direttamente correlata all’attività lavorativa. Ha quindi stabilito un risarcimento alla lavoratrice di oltre 53.000 euro.
La sentenza ha ribadito inoltre che i ritmi di lavoro imposti all’operaia fino al 2017 erano indiscutibili, con l’inserimento di un numero crescente di mensole in meno di un minuto, comportando una “velocità nei movimenti ripetitivi e ripetuti indiscutibile”. È stato anche confermato l’impiego di forza per l’incastro delle mensole e la necessità di lavorare con le braccia sopra l’altezza delle spalle, nonostante la presenza di pedane.
Malattie professionali: un rischio serio anche per i metalmeccanici
Il caso Electrolux parla chiaro anche a chi lavora nel settore metalmeccanico. Come per la lavoratrice, anche nei reparti metalmeccanici le malattie professionali legate a movimenti ripetitivi, posture scorrette e uso continuo di attrezzi pesanti sono un rischio concreto.
Tendiniti, epicondiliti, dolori muscolari e problemi articolari sono all’ordine del giorno in molti reparti. Per questo è fondamentale che le aziende migliorino l’ergonomia dei posti di lavoro, favoriscano la rotazione delle mansioni e formino i lavoratori sulla prevenzione.
Inoltre, è importante che ogni metalmeccanico conosca i propri diritti: se si sospetta una malattia professionale, non bisogna aspettare ma rivolgersi subito ai sindacati o a esperti che possono aiutare a ottenere il giusto riconoscimento e tutela.