Riello, ex Caldaie Beretta di Lecco, è al centro di una delicata operazione societaria. La multinazionale americana Carrier, che controlla l’azienda da oltre vent’anni, ha annunciato la volontà di venderla entro la fine del 2025.
Un’operazione che riguarda in totale 660 lavoratori, di cui 150 nella sola sede lecchese.
Il primo incontro istituzionale si è tenuto il 30 giugno presso la Provincia di Lecco, alla presenza di sindacati, amministratori locali e rappresentanti aziendali. Due nuovi tavoli sono previsti: il 15 luglio a livello nazionale e il 30 luglio di nuovo a Lecco.
Perché Carrier vuole vendere Riello? Il nodo è Viessman
Secondo quanto emerso al tavolo, il vero motivo della vendita è la sovrapposizione produttiva tra Riello e Viessman, azienda tedesca recentemente entrata nel gruppo Carrier.
Viessman è giudicata più avanzata sul fronte della transizione ecologica.
Le caldaie a gas prodotte da Riello, infatti, sarebbero considerate superate rispetto alle tecnologie più “green” sviluppate in Germania.
Una motivazione che non convince i sindacati.
FIOM CGIL Lecco: “Riello è leader di mercato, ha ordini e paga gli stipendi”
Giuseppe Cantatore, segretario organizzativo della FIOM CGIL Lecco, solleva dubbi sulla narrazione aziendale.
“Oggi l’azienda ha ordini e mercato, con qualche leggera flessione molto condizionata dagli incentivi di Stato, ma nulla di problematico in tal senso. Paga puntualmente gli stipendi e non ha chiesto cassa integrazione”, ha dichiarato.
Cantatore mette in discussione anche la motivazione ambientale:
“Viessman sta sviluppando molto la caldaia con energie alternative, Riello fa caldaie a gas che però possono essere riconvertite in idrogeno. Quindi, se proprio vogliamo guardare al tema green, una prospettiva futura ci sarebbe.”
I 150 lavoratori della sede di Lecco sono fortemente legati al settore Ricerca&Sviluppo, fanno sapere dal sindacato.
Una funzione strategica che secondo la FIOM non può essere dispersa.
“Sul prodotto la Riello rimane azienda leader di mercato”, ribadisce Cantatore.
Sindacati e istituzioni chiedono chiarezza sul piano industriale
La FIOM CGIL chiede il coinvolgimento attivo di Provincia e Comune.
“Il territorio ha dichiarato di essere disponibile a valutare investimenti e sinergie, ma ovviamente a fronte di un piano di rilancio dell’azienda”, spiegano i sindacati.
Al tavolo del 30 giugno, l’azienda non ha fornito dettagli sugli acquirenti.
“Si sta predisponendo l’asset riorganizzativo interno tramite un advisor per poter concludere la vendita entro fine anno”, ha riferito Cantatore.
“Se usciranno nomi sugli acquirenti potremo affrontare con concretezza il tavolo provinciale di fine mese. Noi siamo propositivi, ci sediamo ai tavoli ma vogliamo essere protagonisti partecipando ai piani industriali. Non vogliamo essere spettatori e poi trovarci in mezzo alla strada.”