Le ondate di calore estive mettono a rischio la salute dei lavoratori, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura, della logistica e dell’industria. Per far fronte a questa emergenza climatica, l’INPS ha pubblicato il messaggio n. 2130 del 3 luglio 2025, con cui chiarisce le modalità di accesso alla cassa integrazione per caldo eccessivo.
I datori di lavoro possono attivare gli ammortizzatori sociali a costo zero: non è richiesto il contributo addizionale, né il requisito dei 30 giorni di anzianità lavorativa. Un’occasione importante per tutelare la salute nei luoghi di lavoro senza gravare sulle imprese.
Quando è possibile richiedere la cassa integrazione per caldo eccessivo
La Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO), l’assegno di integrazione salariale del FIS e le prestazioni dei Fondi bilaterali di solidarietà possono essere richiesti in caso di:
- Temperature elevate che impediscono l’attività lavorativa in condizioni di sicurezza.
- Temperature percepite elevate, anche sotto i 35 °C, aggravate da umidità, esposizione al sole, uso di DPI o macchinari che generano calore.
- Ordinanze della pubblica autorità che impongono l’interruzione delle attività (come nel caso delle ordinanze regionali sul divieto di lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16:00).
- Locali chiusi privi di sistemi di ventilazione o raffreddamento, per cause non imputabili al datore di lavoro.
- Lavorazioni agricole, con riferimento alla normativa CISOA.
La causale da indicare nella domanda può essere “evento meteo” o “sospensione per ordine della pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o al personale”.
Domanda di CIGO per caldo eccessivo: come fare
Le aziende devono presentare domanda entro l’ultimo giorno del mese successivo all’evento.
Devono indicare in modo dettagliato:
- La tipologia di attività sospese o ridotte.
- Le condizioni operative specifiche.
L’informativa sindacale può essere resa anche dopo l’avvio della sospensione o riduzione dell’attività.
La cassa integrazione per il caldo è gratis
L’INPS ha precisato che per queste situazioni:
- Non si paga il contributo addizionale.
- Non serve l’anzianità minima di 30 giorni per i lavoratori coinvolti.
- La procedura è semplificata e classificata come evento oggettivamente non evitabile (EONE).
È una misura concreta che consente alle imprese di sospendere o ridurre l’attività lavorativa per caldo senza alcun onere economico.
Ma molte imprese non fermano l’attività
Nonostante la gratuità dell’ammortizzatore sociale, molte aziende non accedono alla cassa integrazione. I motivi sono diversi:
- Scadenze di produzione e consegne tassative.
- Paura di perdere competitività o clienti.
- Ritardi già accumulati che impongono ritmi serrati.
Questo porta molti datori di lavoro a proseguire l’attività anche con temperature pericolose, esponendo i lavoratori a gravi rischi per la salute.
Cassa integrazione e caldo estremo: una tutela ancora poco sfruttata
La cassa integrazione per temperature elevate è uno strumento essenziale per proteggere i lavoratori dal rischio di colpo di calore, disidratazione e altri problemi sanitari legati al caldo.
Tuttavia, senza una piena consapevolezza da parte delle imprese e senza un cambio di cultura sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, il ricorso alla CIGO per caldo resta limitato, anche se a costo zero.