Dall’assemblea di Federmeccanica a Torino arriva una richiesta chiara: serve un contratto nazionale dei metalmeccanici che tenga conto delle differenze tra le aziende. A lanciare l’appello è Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino.
In un momento di trasformazione profonda per l’industria, con sfide legate alla digitalizzazione, alla transizione green e alle nuove tecnologie, non basta più “saper fare”, serve “fare cose nuove”.
Gay parla di “intelligenza industriale” come leva per affrontare il cambiamento. E insiste sulla necessità di un contratto che accompagni l’evoluzione del settore.
Due strade per il nuovo contratto metalmeccanico
Per costruire un contratto che rispecchi la realtà produttiva, oggi frammentata tra filiere in crescita e settori in crisi, le strade possibili sono due.
La prima: fare contratti nazionali diversi a seconda delle filiere. Ma si tratta di un’ipotesi difficilmente praticabile e invisa al sindacato.
La seconda: scrivere un Ccnl più snello, capace di garantire le tutele comuni, ma lasciando più spazio alla contrattazione aziendale, là dove servono soluzioni specifiche. Anche questa proposta preoccupa Fim Fiom Uilm, che alla ripresa del negoziato, in calendario per il prossimo 15 luglio, si aspettano una proposta per semplificare e accelerare il negoziato. E non idee che vadano nella direzione di ingarbugliare ancor più la situazione già particolarmente complessa dopo 40 ore di sciopero, una richiesta sindacale di partire dalla piattaforma votata dai lavoratori e l’insistenza di Federmeccanica e Assistal di affrontare i temi ESG della piattaforma datoriale.
Dialogo, responsabilità e visione industriale
«Il contratto non è solo uno strumento di tutela per i lavoratori, ma un mezzo per governare il cambiamento, garantire sicurezza e investire in formazione», sottolinea Gay.
Serve però una cornice chiara. «Occorre dialogare, serve una politica industriale seria e lungimirante, italiana ed europea», ammonisce il presidente.
«La nostra forza deve risiedere nella capacità di fare insieme per far crescere il territorio». Un richiamo a imprese, sindacati e politica, per trasformare il cambiamento in crescita e competitività.