Negli ultimi giorni è arrivata una lettera ufficiale del presidente USA Donald Trump indirizzata all’Europa, con la quale sono state riaffermate e definite con maggiore chiarezza le intenzioni di introdurre dazi al 30% su una serie di prodotti industriali europei, tra cui quelli italiani, a partire dal 1° agosto 2025. Questa presa di posizione ha generato forte preoccupazione nel settore metalmeccanico e meccatronico italiano, che teme un impatto significativo sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.
Il settore macchinari industriali è il primo a rischio
Il comparto dei macchinari industriali è il più esposto ai dazi al 30% minacciati dagli Stati Uniti a partire dal 1° agosto 2025. È la prima voce dell’export italiano verso gli USA e rappresenta un pilastro della metalmeccanica e meccatronica italiana.
Per Simone Bettini, neopresidente di Federmeccanica, si tratta di «un’ipotesi devastante» che colpirebbe duramente sia le aziende che esportano direttamente negli Stati Uniti, sia l’intera filiera europea dei componenti. «Il danno per l’Italia è inimmaginabile – spiega –. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato dopo la Germania, con una quota che supera l’11% del nostro export».
Il comparto metalmeccanico contribuisce da solo a circa il 50% dell’export manifatturiero italiano, e fornisce beni strumentali essenziali anche ad altri settori come alimentare e tessile, che a loro volta rischiano di subire contraccolpi.
Federmacchine: “Esportazioni a rischio per 7 miliardi”
Anche Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine, evidenzia seri rischi: «Esportiamo tra i 6 e i 7 miliardi di euro ogni anno verso gli USA. Un dazio al 30% potrebbe causare una contrazione del 10%».
Secondo Bettelli, però, molti clienti americani acquistano tecnologia italiana non per il prezzo, ma per l’innovazione e l’unicità delle soluzioni. Questo potrebbe spingerli a sopportare parte dei costi aggiuntivi legati ai dazi, pur di non rinunciare a tecnologie difficilmente sostituibili.
La risposta? Servizi e piattaforme tecnologiche
Le imprese italiane sono chiamate a trasformare il prodotto fisico in piattaforma tecnologica. Questo processo di “servitizzazione” sposta il valore dal bene materiale al servizio offerto: software, manutenzione, soluzioni integrate. Così il rincaro può essere assorbito su un piano di ammortamento più lungo.
Bettini chiede infine che l’Unione Europea intervenga con misure rapide per contenere gli effetti negativi della politica commerciale americana.