Giorgia Meloni è intervenuta ieri al Congresso Nazionale della CISL. In platea, migliaia di delegati, sindacalisti e ospiti. Accanto a lei, il segretario generale Daniele Fumarola.
L’intervento segna un nuovo passo nella relazione tra Governo e sindacato. Solo un 2 anni fa, Meloni partecipava al Congresso nazionale della CGIL, ma con il sindacato guidato da Maurizio Landini l’intesa non è mai decollata.
Rapporti più forti tra Governo e CISL
Negli ultimi mesi, il dialogo con la CISL si è rafforzato. La legge sulla partecipazione dei lavoratori è stata accolta con favore dall’esecutivo.
Luigi Sbarra, ex segretario della confederazione, è stato nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Un segnale politico chiaro.
Focus sui contratti scaduti e cenno ai Metalmeccanici
Nel suo discorso, Meloni ha parlato di rinnovi contrattuali. Ha espresso soddisfazione per i contratti già rinnovati. Ha citato la ripresa delle trattative per altri settori.
Sui nodi ancora irrisolti, ha detto:
“A fronte della soddisfazione per il rinnovo di questi contratti, per la ripresa delle trattative per il rinnovo di alcuni altri, come quello che riguarda i metalmeccanici, che mi auguro si concretizzi a breve, rimane il grande problema di contratti collettivi che sono scaduti da molti anni, che penalizzano fortemente intere categorie di lavoratori.”
Meloni ha citato direttamente la vertenza Federmeccanica–Assistal. Un riferimento esplicito al contratto dei metalmeccanici. Un settore chiave. Un messaggio diretto ai delegati CISL di Fim, ma anche a tutta la base sindacale.
Nessuna ricetta, ma promessa di intervento
Meloni ha precisato i limiti del Governo. Ma ha aperto a un confronto:
“Non è, come sapete, il Governo che può imporre i rinnovi contrattuali nel settore privato, però voglio dirvi che stiamo studiando e che possiamo studiare insieme strumenti per favorire anche il rinnovo di questi contratti.”
L’unica proposta del Governo finora: l’ipotesi Durigon
Ad oggi, l’unica proposta concreta arrivata dal Governo sul tema dei rinnovi contrattuali è quella avanzata da Claudio Durigon, Sottosegretario al Lavoro. Era maggio quando il sottosegretario al Lavoro lanciava l’idea di un meccanismo automatico legato all’inflazione.
Secondo quanto ipotizzato verrebbe riconosciuto “ogni anno un aumento dei salari contrattuali fino al massimo del 2% con un’inflazione del 3% e oltre, e proporzionati quando questa è più bassa. La compensazione dell’inflazione sarebbe comunque parziale, ma gli aumenti scatterebbero subito, e se ne terrebbe conto nella parte economica del successivo rinnovo contrattuale.”
Un sistema che non colmerebbe interamente la perdita del potere d’acquisto, ma che garantirebbe un adeguamento immediato dei salari. Finora, però, questa resta solo un’ipotesi. Nessun testo ufficiale. Nessun passaggio parlamentare. Nessun confronto strutturato con le parti sociali.
L’intervento di Meloni al Congresso CISL sembra riaprire la discussione, ma senza riferimenti diretti alla proposta di Durigon.


