Stellantis ha ufficialmente fermato i piani per la produzione della Dodge Hornet 2026 nello stabilimento campano di Pomigliano d’Arco. Il motivo è legato alle politiche tariffarie degli Stati Uniti: l’amministrazione Trump ha alzato i dazi sulle auto importate dall’Europa fino al 30%, con un messaggio chiaro alle case automobilistiche: «Fatele qui le vostre auto».
La Hornet, progettata per il mercato nordamericano e gemella dell’Alfa Romeo Tonale, era destinata a essere prodotta in Italia e poi esportata negli Usa. Si trattava di un tassello strategico per il marchio Dodge nel segmento dei SUV compatti. Tuttavia, l’incertezza sui costi aggiuntivi dovuti ai dazi e il clima protezionista hanno spinto Stellantis a sospendere il progetto, in attesa di “valutare gli effetti delle tariffe Usa prima di definire la pianificazione industriale definitiva”.
Pomigliano già in crisi: i numeri del Report Fim-Cisl
La Hornet non era un semplice modello in più: rappresentava un’opportunità per rafforzare i volumi produttivi di Pomigliano (dove si produce la nuova Panda) e consolidare il ruolo dello stabilimento nel piano globale Stellantis. Ma i numeri raccontano che il progetto era già in difficoltà.
Secondo il report del sindacato Fim-Cisl relativo al primo semestre 2025, la produzione della Hornet è crollata a 1.360 unità, con un calo di oltre il 90% rispetto all’anno precedente. Praticamente nulla è stato prodotto dal secondo trimestre in poi, segnale che la decisione era nell’aria da tempo.
Nello stesso periodo, anche le altre linee hanno registrato flessioni: Panda -15% (67.500 unità) e Tonale -20% (10.115 unità). Complessivamente, Pomigliano ha prodotto 78.975 vetture, in calo del 24% sul 2024.
L’impatto sui lavoratori e l’indotto
Il calo produttivo ha conseguenze dirette sull’occupazione. Nel primo semestre 2025, i lavoratori della linea Tonale/Hornet hanno accumulato 49 giornate di cassa integrazione, mentre per la Panda si contano 23 giornate. Il ricorso alla CIGO ha coinvolto tra 3.000 e 3.900 dipendenti.
Per ridurre il peso degli ammortizzatori sociali, Stellantis ha attivato un contratto di solidarietà fino al 7 settembre 2025, con possibilità di proroga fino a fine anno. Non si tratta solo di un problema interno allo stabilimento: l’intero indotto è colpito. Fornitori, logistica e servizi collegati risentono della contrazione dei volumi.
L’Europa sotto pressione, Pomigliano in bilico
Il caso Hornet è il (primo) simbolo di come le tensioni geopolitiche e le politiche commerciali stiano ridisegnando le strategie industriali. Il messaggio degli Usa è chiaro: produrre sul territorio americano per evitare dazi. Di questo le nostre aziende ne sono consapevoli e da tempo valutano lo spostamento della produzione. Per l’Italia significa posti di lavoro a rischio e una sfida enorme per l’intera filiera automotive e metalmeccanica.
Con un calo complessivo della produzione Stellantis in Italia del 26,9% nel primo semestre 2025 (221.885 veicoli), Pomigliano rappresenta uno degli stabilimenti più esposti agli effetti di questa nuova ondata protezionista.


