L’11 luglio si è tenuto il primo incontro tra sindacati e Federmeccanica-Assistal per riaprire la trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici industria. Dopo oltre un anno di stallo e 40 ore di sciopero, le parti hanno fissato tre incontri a settembre. Ferdinando Uliano, segretario nazionale FIM-CISL, ha commentato la giornata ai microfoni di Massimo Mascini, giornalista de Il Diario del Lavoro.
“Settembre sarà decisivo, ma si parte da zero”
“Si è partiti con il piede giusto – afferma Uliano – ma ora bisogna essere conseguenti con fatti concreti”. I tre giorni di confronto in programma a settembre saranno “con delegazioni ristrette per andare dritti ai contenuti”, ma non saranno risolutivi: “Per un anno non si è fatto nulla, quindi di fatto partiamo da zero. Abbiamo conoscenza delle nostre richieste e della posizione di Federmeccanica, ora servono soluzioni”.
Il calendario prevede che a settembre si lavori sulle parti normative, mentre i segretari generali, insieme ai vertici di Federmeccanica, affronteranno le questioni più delicate: “Salario e welfare, che hanno un impatto economico significativo”.
“Contratto unitario è un valore, no allo spezzettamento”
Uliano respinge l’idea di frammentare il contratto per differenziare tra grandi e piccole aziende: “Per noi è un valore aggiunto dare copertura a un milione e mezzo di lavoratori, dalle grandi aziende aerospaziali a chi produce minuteria meccanica”.
Secondo il sindacalista, lo spezzettamento del CCNL è “un pericolo per i lavoratori. Dove ci sono difficoltà e debolezze, la contrattazione unitaria garantisce condizioni migliori”. Per questo, tra le richieste sindacali c’è “anche la difesa del perimetro contrattuale, per impedire che pezzi di aziende escano e si applichino contratti peggiorativi”.
“Un impegno enorme, ma siamo determinati”
Uliano rivendica la forza della mobilitazione: “Abbiamo investito 40 ore di sciopero per riaprire questo tavolo. Manifestazioni così non si vedevano da 25 anni”. E sulla compattezza della categoria: “FIOM, FIM e UILM hanno marciato insieme, è una prova importante di unità. Ora bisogna tenere questo percorso, trovare ciò che unisce e non farsi trascinare dalla politica”.
“Abbiamo la responsabilità di 1,5 milioni di lavoratori e delle loro famiglie – conclude – faremo di tutto per dare risposte su salario, welfare e diritti”.


