Secondo le stime del Centro Studi Confindustria, i dazi USA al 15% e il deprezzamento del dollaro del 10% peserebbero per 22,4 miliardi di euro sulle esportazioni italiane. L’impatto più forte si concentra sulla manifattura metalmeccanica, con effetti rilevanti anche su automotive ed elettronica.
Il settore rischia non solo in termini di fatturato e mancati investimenti, ma anche sul lato occupazionale e competitività sui mercati globali. Gli effetti reali, al momento, sono ignoti. Ma vediamo nel dettaglio la situazione.
Macchinari e apparecchi: il settore più colpito
I macchinari e apparecchi registrerebbero la perdita più alta: -4,3 miliardi di euro, pari al -4,3% dell’export di settore.
Questo comparto rappresenta uno dei pilastri dell’industria italiana e ha una forte esposizione verso il mercato statunitense. I dazi colpirebbero beni strumentali destinati a impianti e linee produttive, riducendo la competitività delle imprese italiane. Quindi le imprese e la filiera, composta da piccole e piccolissime imprese artigiane, di questo ambito sarà certamente il più colpito.
Automotive: -2,7 miliardi tra auto e trasporto
Secondo Viale dell’Astronomia il settore automotive pagherebbe un prezzo salato per effetto dei Dazi. I primi effetti li stanno “sentendo” i lavoratori Stellantis di Pomigliano d’Arco. Gli autoveicoli perderebbero 1,28 miliardi di euro, pari a -5,4% dell’export, mentre gli altri mezzi di trasporto segnerebbero -1,49 miliardi (-4,2%).
Si tratta di una contrazione che colpisce non solo le case automobilistiche, ma anche la componentistica, cuore della filiera metalmeccanica, già fortemente in crisi.
Elettronica e metalli di base in difficoltà
Gli apparecchi elettrici subirebbero un calo di 991 milioni di euro (-3,1%), mentre i computer e apparecchi ottici registrerebbero -592 milioni (-2,6%).
Anche i metalli di base e i prodotti in metallo non sarebbero risparmiati: la stima è di -1,26 miliardi di euro, pari a -2% dell’export di settore.
Questi comparti sono strettamente legati alla filiera automotive e ai macchinari, creando un effetto domino sulla produzione industriale.


