Molti lavoratori metalmeccanici – installatori, saldatori, manutentori – cercano modi per arrotondare. Grazie alla loro esperienza possono offrire piccoli lavori extra, senza aprire la partita IVA, sfruttando le prestazioni occasionali.
Cos’è la prestazione occasionale
La prestazione occasionale è una collaborazione saltuaria, senza continuità, regolata dal Codice Civile e dal DL 50/2017.
Si tratta di un’attività che non configura lavoro dipendente, ma un rapporto autonomo limitato nel tempo. Essa va regolarizzata con un contratto di lavoro, con un semplice modello che individua obblighi e diritti.
Limiti economici da rispettare
Il compenso annuo complessivo non deve superare 5.000 euro lordi per tutte le prestazioni occasionali svolte.
Inoltre, con lo stesso committente non si possono superare 2.500 euro lordi all’anno.
Oltre i 5.000 euro scatta l’iscrizione alla Gestione Separata INPS e il versamento dei contributi sul reddito eccedente. La ripartizione è 2/3 a carico del committente e 1/3 a carico del lavoratore.
Aspetti fiscali
Il committente versa una ritenuta d’acconto del 20% sul compenso, che sarà poi scomputata in sede di dichiarazione dei redditi.
Il lavoratore riceve quindi un compenso netto già decurtato della ritenuta, che si somma agli altri redditi ai fini fiscali.
Niente diritti tipici del lavoro subordinato
La prestazione occasionale non è lavoro dipendente.
Questo significa che non spettano tredicesima, TFR, ferie, malattia o altri istituti contrattuali.
Sono possibili solo rimborsi spese o indennità concordate tra le parti.
Attenzione ai vincoli contrattuali
Chi è già dipendente deve rispettare eventuali clausole di non concorrenza o divieti contrattuali sottoscritte con il datore di lavoro.
In generale, è vietato svolgere attività che creino conflitti con il datore di lavoro o danneggino l’impresa principale.


