UILM ha lanciato un appello per un confronto strutturato tra il Governo, Iveco e i suoi nuovi acquirenti — Tata Motors per la divisione civile e Leonardo per quella Difesa — per fugare le tante preoccupazioni dei lavoratori. Preoccupazioni che non sono infondate, viste le cifre in ballo e le dimensioni dell’operazione.
E’ quanto si legge in un comunicato sindacale giunto al termine di una riunione tra i delegati del gruppo Iveco tenutasi a Roma lunedì 15 settembre.


Cos’è avvenuto e come si divide Iveco
A fine luglio 2025 è stato annunciato che Tata Motors acquisirà la parte commerciale di Iveco (camion, veicoli commerciali e relativi impianti civili) per 3,8 miliardi di euro, mentre la divisione Difesa (Iveco Defence Vehicles e Astra) è stata ceduta a Leonardo per 1,7 miliardi. Insieme l’operazione vale circa 5,5 miliardi.
In Italia Iveco conta circa 13.000 dipendenti nella parte civile, sparsi su numerosi stabilimenti. La divisione Difesa riguarda circa 1.600 lavoratori nelle tre sedi italiane principali: Bolzano, Piacenza e Vittorio Veneto. Le principali preoccupazioni del sindacato riguardano la parte civile, anche per il maggio numero di lavoratori coinvolti.
Cosa chiede UILM e quali i rischi
UILM insiste perché venga formalizzato un incontro con Tata Motors, oltre che con Iveco e Governo, per conoscere il piano industriale. Si vogliono certezze su:
– se la strategia sarà solo commerciale (cioè espansione nei mercati attraverso la rete vendite) oppure includerà anche investimenti industriali significativi in Italia;
– l’impegno di Tata su investimenti negli stabilimenti italiani, il rischio di delocalizzazioni, la salvaguardia delle funzioni direttive;
– gli effetti sull’indebitamento, e se gli impegni formali, finora limitati a due anni (anche riguardo alle garanzie occupazionali), saranno estesi e garantiti;
UILM considera rassicurante la vendita della parte Difesa a Leonardo, visto che garantisce continuità strategica in un settore che il sindacato definisce “settore difesa”, ma sottolinea che gli impegni sul fronte civile sono determinanti affinché la cessione non si traduca in perdita di autonomia industriale.
Non si esclude la mobilitazione
Questo passaggio è vitale non solo per i lavoratori ma per tutto il comparto industriale italiano: un’azienda storica come Iveco ha un indotto vasto, tecnologie avanzate, specializzazione.
Il modo in cui Tata Motors si muoverà determinerà se l’operazione porterà una nuova stagione di investimenti o se il rischio sarà la perdita di posti di lavoro, delocalizzazione, e la riduzione della capacità produttiva italiana. UILM avverte che, se non saranno garantite risposte convincenti, non esiterà a mobilitarsi per tutelare occupazione e stabilimenti.


