IG Metall – il sindacato metalmeccanici che rappresenta i lavoratori dell’industria pesante – ha pubblicato un comunicato in cui contesta con forza la decisione degli industriali insieme alla CDU, principale partito di governo, di abolire il limite giornaliero delle 10 ore. La proposta è di superare questo vincolo, sostituendolo con un limite settimanale.
Nel comunicato si segnala che, nonostante il contratto collettivo preveda una settimana lavorativa di 35 ore nel settore siderurgico, in molti casi nessuno lavora realmente così tanto. Il calo produttivo ha costretto numerosi stabilimenti a ridurre gli orari, arrivando frequentemente a 28 ore settimanali.
Questo dimostra che il dibattito – anche in Italia – sulla riduzione dell’orario settimanale non deve generare paure né essere affrontato in astratto. Parlare di 35 o 30 ore è sterile se non si considera la realtà concreta: gli orari di lavoro dipendono dalle commesse e dal livello di produzione.
35 ore di base, 28 ore “reali” per crisi produttiva
In Germania la settimana da 35 ore non è legge, ma frutto dei contratti collettivi di IG Metall negli anni ’80-’90, soprattutto in Baden-Württemberg e Renania Settentrionale-Vestfalia. Non riguarda quindi tutti i lavoratori della siderurgia e metalmeccanica: nell’Est, ad esempio, si lavora ancora 38 ore.
Dunque la settimana lavorativa di 35 ore è parte dei contratti collettivi della metalmeccanica, dell’elettrotecnica e dell’industria siderurgica.
Tuttavia, con la legge vigente e con gli strumenti contrattuali come i contratti di Beschäftigungssicherung (TV Besch), quando mancano commesse la riduzione fino a 28 ore è autorizzata. In questi casi, il salario viene calcolato su una base oraria ridotta (tra le 28 e le 31,5 ore), come previsto dagli accordi TV Besch.
IG Metall: la difesa del limite giornaliero
IG Metall sostiene che la proposta di superare le 10 ore al giorno e passare a un limite settimanale sia pericolosa per i lavoratori. Nel comunicato, il sindacato definisce la richiesta del padronato e della CDU come una “Realitätsferne Debatte über mangelnde Leistungsbereitschaft” (dibattito lontano dalla realtà sull’ipotesi che i lavoratori non siano disposti a prestare fatica).
Si sottolinea che nei reparti siderurgici la riduzione dell’orario non è volontaria né una conquista sociale di “più tempo libero”, ma una costrizione dovuta alla mancanza di ordini. IG Metall denuncia che spesso la settimana ridotta a 28 ore non prevede compensazioni integrali, benché serva per evitare licenziamenti.
Strumenti contrattuali già attivi: TV Besch e TV BIT
I contratti TV Besch (Beschäftigungssicherung) permettono accordi aziendali volontari, con riduzione oraria temporanea, se il volume di lavoro scende. In questi casi si scende fino a 28 ore settimanali o frazione tra 28 e 31,5 ore, a seconda dell’azienda e della durata della crisi. Tali riduzioni sono già praticate nella siderurgia e nella metalmeccanica dove stabilimenti non riescono a lavorare alle 35 ore previste contrattualmente. IG Metall segnala inoltre che la riduzione non è accompagnata da un riequilibrio proporzionato del salario per tutte le ore non lavorate.


