L’annuncio dei dazi del 25% da parte dell’amministrazione Trump rischia di mettere in ginocchio il settore automotive italiano. Secondo le stime, potrebbero essere persi fino a 15mila posti di lavoro. Intanto, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici è ferma, con le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm che imputano il blocco alle controparti datoriali.
Ma la responsabilità, secondo una parte della politica, è anche del Governo, che potrebbe intervenire per favorire la chiusura dell’importante vertenza, che tra CCNL Federmeccanica-Assistal e CCNL Unionmeccanica-Confapi interessa circa 2 milioni di lavoratori italiani.
Appendino (M5S) attacca l’inerzia del Governo
La deputata e vicepresidente del M5S Chiara Appendino ha criticato duramente l’esecutivo: “Con oltre un milione e mezzo di lavoratori coinvolti, il Governo continua a voltarsi dall’altra parte”.
Pur riconoscendo che i rinnovi contrattuali spettano alle parti sociali, Appendino sottolinea l’assenza di qualsiasi mediazione da parte della premier Giorgia Meloni e della ministra del Lavoro Marina Calderone. In particolare quest’ultima. In passato infatti, era il Ministro del Lavoro che interveniva per riportare stabilità tra le parti e favorire la tregua sindacale.
Sindacati annunciano nuovo sciopero di 8 ore
Dopo l’ultima protesta del 28 marzo, Fiom, Fim e Uilm hanno proclamato un nuovo sciopero di otto ore nelle prossime settimane. La motivazione è chiara: le organizzazioni datoriali non rispondono, e il Governo non interviene. Non ci sono state dichiarazioni di auspicio, né incoraggiamenti (né tantomeno proposte di misure concrete) che possano portare le Parti a trovare una soluzione, né per il CCNL Federmeccanica né per il CCNL Unionmeccanica Confapi.
La richiesta dei sindacati: detassare gli aumenti contrattuali
Nella conferenza stampa del 7 aprile, i tre segretari generali di Fim-Fiom-Uilm hanno chiesto al Governo di introdurre un provvedimento per detassare gli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali. L’obiettivo è duplice: stimolare gli industriali a concedere miglioramenti economici e garantire un vantaggio diretto ai lavoratori, che vedrebbero così un aumento netto in busta paga senza essere penalizzati dalla fiscalità.
Perché la detassazione potrebbe essere una soluzione?
La misura proposta dai sindacati avrebbe un impatto immediato: alleggerendo il carico fiscale sugli aumenti, le aziende sarebbero più propense a concedere miglioramenti salariali senza dover sostenere costi eccessivi. I lavoratori, dal canto loro, beneficerebbero di un potere d’acquisto maggiore, in un momento di forte inflazione e incertezza economica.
Il Governo continua a tacere
Nonostante le richieste, né Meloni né Calderone hanno preso posizione. L’assenza di interventi rischia di aggravare ulteriormente la crisi del settore, già sotto pressione per le minacce protezionistiche statunitensi e il blocco delle trattative.
(In foto la deputata 5stelle Chiara Appendino, ex sindaco di Torino, durante la manifestazione sindacale del 28 marzo 2025)