Federmeccanica è pronta a far salire l’offerta economica nel rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici una volta che le parti si siederanno al tavolo negoziale al termine di questa fase complicata. Ma detta delle condizioni: i soldi in più non andranno sul salario minimo contrattuale. La linea è stata tracciata chiaramente dal presidente Federico Visentin, intervistato nei giorni scorsi da Rita Querzè per il Corriere della Sera.
L’industria, dice Visentin, non si oppone ad andare oltre l’inflazione, ma intende farlo attraverso strumenti alternativi alla paga base: welfare aziendale detassato e una nuova gestione degli scatti d’anzianità, con liquidazione biennale.
Il nodo: 280 euro fissi o 173 garantiti?
La distanza con i sindacati resta ampia. Fim, Fiom e Uilm chiedono 280 euro fissi sui minimi retributivi, da verificare annualmente con la clausola di salvaguardia del CCNL. Federmeccanica, invece, punta tutto e solo sulla clausola, che garantisce il pieno recupero dell’inflazione reale.
Secondo le stime ufficiali, raccolte in un documento di proposte di Federmeccanica e Assistal, questa formula porterebbe 173 euro nel triennio.
E Visentin respinge la critica sindacale secondo cui il modello sarebbe una “lotteria”:
«Questo non è il modello di Federmeccanica e Assistal ma anche di Fim, Fiom e Uilm. Tutti decidemmo che diventasse strutturale nel 2021», ricorda.
E insiste: «Il nostro è l’unico modello che garantisce il recupero pieno dell’inflazione. Nell’ultima tornata abbiamo pagato 310 euro. Non si tratta di una lotteria ma di una certezza».
Oltre i 173 euro: il piano su welfare e scatti
Alla domanda se sia possibile andare oltre i 173 euro, Visentin risponde: sì, ma non sui minimi salariali.
«Questo non è possibile», taglia corto.
L’aumento potrà avvenire invece attraverso misure che potenziano il potere d’acquisto in forme più vantaggiose dal punto di vista fiscale per le aziende e (in parte) per i lavoratori. La prima proposta riguarda il rafforzamento del welfare, passando dagli attuali 200 euro netti a 500 euro netti annui.
In più, il Presidente di Federmeccanica rilancia sulla Long Term Care, un’assicurazione aziendale che può garantire una rendita vitalizia di 600 euro mensili in caso di non autosufficienza, anche durante il pensionamento. «Penso al grande valore dell’assicurazione sulla non autosufficienza. Su questo possiamo confrontarci», ha detto Visentin.
Altro punto chiave: gli scatti di anzianità, già previsti dal contratto nazionale. Federmeccanica propone di liquidarli ogni due anni, trasformandoli in una forma di incremento economico diretto, spendibile e visibile in busta paga. La loro liquidazione anticipata consentirebbe ai lavoratori di avere un introito maggiore a partire dal gennaio 2026, ma rinuncerebbero a vedere gli scatti in busta paga ogni mese, come parte della base di calcolo per ogni istituto (straordinario, notturno, festivo, tfr, 13a, ecc.).
Nessuna proposta alternativa dai sindacati
Visentin conclude con un’accusa: «Abbiamo chiesto al sindacato di indicare strade. Non è arrivata nessuna proposta». E mette un paletto: «Dovrebbe essere qualcosa in grado di generare maggiore produttività per tutte le imprese: non l’abbiamo trovato».