Nel contratto dei metalmeccanici, la collocazione temporale delle ferie è affidata all’imprenditore, ma non può essere imposta arbitrariamente. L’art. 2109 del Codice Civile, richiamato dal d.lgs. 66/2003, prevede che il datore di lavoro decida il periodo di godimento tenendo conto anche degli interessi del lavoratore. Si tratta di un equilibrio tra le esigenze aziendali e i diritti individuali.
Ferie collettive e limiti
Il contratto collettivo prevede che le ferie abbiano carattere tendenzialmente collettivo, specie quando lo stabilimento o il reparto chiude. In questi casi, la Direzione, dopo confronto con la RSU, può imporre le ferie collettive. Tuttavia, tale periodo non può superare le tre settimane. Il lavoratore ha comunque diritto a una settimana individuale da fruire in accordo con l’azienda.
Ferie individuali e diritti dei migranti
Il CCNL Industria Federmeccanica-Assistal non entra nel dettaglio sulla fruizione individuale delle ferie, ma dedica una norma importante ai lavoratori migranti. Questi possono richiedere periodi continuativi di assenza, utilizzando ferie e altri permessi retribuiti. L’obiettivo è favorire il ricongiungimento familiare nei paesi d’origine.
La clausola, inizialmente rivolta ai soli extracomunitari, dal 2016 include tutti i lavoratori migranti, compresi quelli dell’UE. Sono previsti limiti percentuali: 3% nelle aziende con più di 150 dipendenti, 2% sotto questa soglia.
Le aziende devono valutare positivamente le richieste, seguendo l’ordine cronologico e compatibilmente con l’organizzazione del lavoro. In caso di diniego, il lavoratore può farsi assistere dalla RSU per avere spiegazioni e cercare una soluzione alternativa.
Regole e limiti per il rinvio delle ferie
La legge prevede che il godimento delle ferie possa essere rinviato fino a 18 mesi dopo l’anno di maturazione. Ma solo per due settimane delle quattro obbligatorie. Questo rinvio è ammesso solo in presenza di esigenze eccezionali, come stabilisce anche la Corte Costituzionale.
Il contratto collettivo dei metalmeccanici riprende questa possibilità, ma non definisce con precisione tempi e modalità. Tuttavia, specifica che il rinvio deve avvenire non appena possibile e solo per improrogabili esigenze aziendali. L’intento è limitare al minimo il differimento delle ferie e garantire il recupero psicofisico dei lavoratori.
Autodeterminazione: quando il lavoratore può decidere
In situazioni eccezionali, il lavoratore può collocarsi autonomamente in ferie. È il caso in cui il datore di lavoro rifiuta ingiustificatamente la richiesta e l’anno di maturazione sta per terminare. La giurisprudenza ha riconosciuto questo diritto in varie occasioni, anche se è applicato con cautela.
La regola vale soprattutto per dirigenti e figure apicali, ma può estendersi ad altri casi, se si dimostra che il datore ha agito in modo irragionevole.
La giurisprudenza tutela il diritto alle ferie
Le ferie sono un diritto irrinunciabile del lavoratore. Lo ha ribadito più volte la Corte Costituzionale. Il datore di lavoro deve agire con buona fede e correttezza, evitando di vanificare la funzione di riposo. Non sono ammesse ferie “a pezzetti” né rinvii immotivati. La comunicazione del periodo di riposo deve avvenire con adeguato anticipo.


