Un momento decisivo si profila all’orizzonte per il contratto nazionale dei metalmeccanici.
Secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, Federmeccanica potrebbe convocare a breve il proprio comitato direttivo per discutere una possibile riattivazione del dialogo con i sindacati.
L’anticipazione è arrivata durante un incontro a Bergamo, ed è stata riportata da L’Eco di Bergamo il 23 maggio.
Si tratterebbe del primo segnale concreto dopo mesi di stallo: l’ultimo confronto risale al novembre 2024.
Vediamo la data di questa possibile riunione, che verrebbe appositamente convocata per sbloccare il rinnovo del CCNL industria, scaduto il 30 giugno 2024. E le connessioni con lo sciopero già convocato per il 20 giugno 2025.
Palombella: “Non possiamo congelare tutto fino a luglio”
Per il leader Uilm, attendere il passaggio di consegne ai vertici di Federmeccanica è una strategia rischiosa.
«Ci sono ancora margini per avviare un confronto vero con l’attuale presidente», ha detto Palombella riferendosi al presidente uscente Federico Visentin e al suo “corso” in questa fase negoziale.
Il nome del successore è già noto e ufficializzato. Si tratta di Simone Bettini, attuale vicepresidente di Federmeccanica. Però aspettare l’elezione ufficiale di Simone Bettini il 10 luglio significherebbe far slittare ogni decisione all’autunno, visto l’arrivo della pausa estiva.
Un’ipotesi che i sindacati non sono disposti ad accettare, tanto più con uno sciopero già fissato per il 20 giugno.

Serve una cifra chiara sugli aumenti salariali
Un altro punto fermo è la necessità di definire l’entità degli incrementi retributivi.
«Senza un valore certo non può esserci intesa», ha ribadito Palombella.
«Le lavoratrici e i lavoratori devono avere un parametro chiaro per orientarsi. Serve una cifra precisa, che sia 280 euro o un’altra somma, ma deve esserci.»
Secondo la Uilm, anche le imprese avrebbero vantaggio da un accordo trasparente, con costi certi e programmabili, salvo conguagli derivanti dall’IPCA NEI. Tuttavia, questa esigenza non viene ancora riconosciuta dalla controparte industriale, che continua a evitare il confronto.
Sullo sfondo lo sciopero nazionale del 20 giugno
La pazienza dei sindacati è al limite. Se entro fine maggio non arriveranno segnali concreti, Fim, Fiom e Uilm porteranno in piazza il malcontento con 8 ore di sciopero e manifestazioni in tutta Italia.
La vertenza potrebbe riaccendersi in piena estate, proprio mentre il settore attraversa una fase di forti incertezze su occupazione, salari e prospettive industriali.