sabato, Giugno 7, 2025

Referendum 8-9 Giugno, c’è chi vota “Sì” perché il Lavoro in Italia è diventato più Povero: Ecco le Spiegazioni

L’Italia è diventata un Paese di lavoratori poveri. È questa la fotografia che spinge molti cittadini a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno. I dati dell’Istat e le analisi degli esperti parlano chiaro: salari in calo, precarietà in aumento, disuguaglianze sempre più profonde.

Questo articolo è una sintesi del contributo pubblicato da Mario Pianta su Il Manifesto del 22 maggio, nella sezione Lavoro – Primo Piano.

Il lavoro cresce, ma senza diritti né salario

Nel 2024 l’occupazione è aumentata di 350 mila unità, ma l’80% sono over 50 che non sono andati in pensione. Non è crescita vera, ma un effetto delle riforme che hanno alzato l’età pensionabile.

I giovani sono esclusi: uno su tre ha contratti a termine o part-time. Il 17% di tutti i lavoratori è part-time, ma tra le donne si arriva al 30%.

Salari fermi, prezzi in salita: è crisi sociale

Dal 2018 a oggi, i salari reali hanno perso il 10% del valore. In Germania, nello stesso periodo, sono aumentati del 14%.

Tra il 2019 e il 2024, le retribuzioni contrattuali sono salite del 10%, ma l’inflazione è cresciuta del 21,6%. Metà dei lavoratori dipendenti italiani è ancora in attesa del rinnovo del contratto nazionale.

Un quarto degli italiani è a rischio povertà

Con queste retribuzioni, sempre più esposte ad un cuneo fiscale e contributo che “morde”, il 23% della popolazione è a rischio povertà. Al Sud si arriva fino al 40%.

Due giovani su tre sotto i 35 anni vivono ancora in famiglia. Nel 2023, 21 mila laureati tra i 25 e i 34 anni sono emigrati all’estero. Sono stati quasi 100 mila in dieci anni.

I lavoratori sono stati divisi

Negli ultimi trent’anni, le leggi sul lavoro hanno creato frammentazione e disuguaglianza.

Dopo il Jobs Act, molti sono assunti con contratti senza tutele contro il licenziamento.

Chi lavora nelle piccole imprese è più esposto. Chi è precario passa da un contratto all’altro, con paghe basse e orari ridotti.

Oggi quasi il 30% dei lavoratori è a tempo determinato o part-time. Per molti immigrati ottenere la cittadinanza è ancora più difficile: servono dieci anni di residenza legale.

Crescono solo i redditi dei più ricchi

Chi ha guadagnato in questi trent’anni? Il 10% più ricco degli italiani ora possiede il 40% del reddito complessivo.

L’1% più ricco ha raddoppiato la propria quota.

I più poveri sono sempre più numerosi. Aumentano i contratti precari, i mini-jobs e i redditi sotto i 700 euro l’anno.

I referendum possono cambiare il lavoro

È da questa realtà che nasce il sostegno ai referendum.

L’appello “Vivere da cittadini, lavorare con dignità” è stato sottoscritto da 40 personalità, tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi.

Per chi ha visto peggiorare il lavoro, il reddito e le prospettive di vita, l’8 e il 9 giugno rappresentano un’occasione concreta per votare Sì e cambiare le regole che hanno reso l’Italia più diseguale.

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