Il Consiglio regionale del Lazio, a maggioranza centrodestra, ha approvato una mozione presentata dalla consigliera Alessandra Zeppieri (Polo Progressista), che chiede la riapertura immediata del negoziato per il rinnovo del contratto metalmeccanici Federmeccanica–Assistal e di quello Unionmeccanica–Confapi.
Un voto compatto, arrivato con l’appoggio trasversale di tutte le forze politiche, che riconosce l’urgenza della vertenza. La Regione diventa così la prima istituzione regionale in Italia a intervenire su un tema che coinvolge circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori.
Un contratto centrale anche nel Lazio: non solo fabbriche
Il CCNL Federmeccanica, scaduto da mesi, è uno dei più diffusi contratti nazionali in Italia. Non riguarda solo i lavoratori dell’industria manifatturiera, ma anche una fetta crescente di imprese nei settori dei servizi avanzati, come software, consulenza tecnica, ingegneria, R&D.
Nella Regione Lazio, il contratto è ampiamente applicato anche da aziende che non operano direttamente in fabbrica, ma offrono servizi tecnologici e digitali legati al mondo industriale. Questo rende la posta in gioco ancora più ampia: dalla meccanica tradizionale alle start-up hi-tech, tutti aspettano il rinnovo.
Scioperi in aumento: 40 ore nel 2025
Il blocco della trattativa da parte delle associazioni datoriali, in particolare Federmeccanica e Unionmeccanica, ha portato i sindacati a proclamare una nuova giornata di sciopero per il 20 giugno. Saranno 8 ore, che si aggiungono a quelle già effettuate, portando il totale a 40 ore nel solo 2025.
I lavoratori non chiedono un premio, ma il riconoscimento di diritti fondamentali: adeguamenti salariali, tutela della salute e sicurezza, e riduzione dell’orario di lavoro, a fronte di una produttività che, in molti casi, è in costante aumento.
Dopo Torino, Reggio Emilia, Padova e Piacenza, ora tocca al Lazio
La mozione della Regione Lazio segue una serie di prese di posizione comunali, arrivate da Reggio Emilia, Padova, Torino, Piacenza, ecc. Ma l’intervento del Consiglio regionale segna un salto di qualità.
La politica regionale lancia un messaggio chiaro alle parti datoriali: serve una svolta. La contrattazione collettiva non può essere ostaggio di chi punta allo stallo, mentre i lavoratori continuano a garantire produttività e innovazione.
La pressione sulla trattativa cresce
Anche il recente rinnovo del CCSL Stellantis, con aumenti pari a circa 140 euro in due anni, rappresenta un pungolo diretto per Federmeccanica. Se persino un gruppo dell’automotive in piena crisi riconosce aumenti ai propri dipendenti, cosa impedisce agli industriali del settore metalmeccanico di fare lo stesso? La credibilità del sistema contrattuale è in gioco.
La mozione rappresenta inoltre un segnale indirizzato al Governo, chiamato a facilitare il confronto e a non restare spettatore. Giorgia Meloni e la Ministra del Lavoro Marina Calderone non sono mai intervenute con parole di auspicio sulla vertenza, come ricordato qualche giorno fa anche dall’ex sindaca di Torino e esponente del M5S Chiara Appendino. La mobilitazione non si ferma, e dal Lazio arriva la conferma che la battaglia per il contratto ha un respiro nazionale.
Un gesto politico forte che mostra come, di fronte alla giustizia salariale e ai diritti del lavoro, le differenze politiche possano essere messe da parte.