Il 18 febbraio si è tenuto a Roma, presso il Ministero del Lavoro, un incontro tra Acciaierie d’Italia e i sindacati FIM-FIOM-UILM. Tema principale della riunione è stata la proroga della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs), la cui scadenza è prevista per il 28 febbraio 2025.
La proroga sarà valida per ulteriori 12 mesi a partire da marzo 2025, proseguendo il percorso iniziato con l’accordo del 26 luglio 2024. L’obiettivo è garantire sicurezza ai lavoratori e stabilità aziendale durante la transizione e la vendita del gruppo.
Le richieste dei sindacati
Durante l’incontro, scrive FIM-CISL in una nota, il sindacato la necessità di confermare i punti chiave dell’accordo precedente, tra cui:
- Validità dell’accordo del settembre 2018;
- Salvaguardia dei lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria;
- Piena applicazione delle rotazioni, evitando sospensioni a zero ore;
- Integrazione salariale pari o superiore al 70%.
Formazione e sicurezza: temi centrali
Un aspetto cruciale affrontato riguarda la formazione dei lavoratori. È essenziale investire in percorsi formativi per accrescere le competenze e certificare le professionalità.
Inoltre, i sindacati hanno richiesto aggiornamenti sul piano di ripartenza degli impianti e sullo stato delle manutenzioni. L’obiettivo è predisporre interventi necessari per garantire la sicurezza nei vari siti produttivi.
Revisione dei numeri e welfare aziendale
Un’altra questione sollevata riguarda la riduzione dei numeri previsti nella procedura Cigs, attualmente pari a 3420 lavoratori, di cui 2955 solo nello stabilimento di Taranto.
I sindacati chiedono inoltre di includere nello schema dell’accordo smart working e welfare aziendale, fondamentali per migliorare il benessere dei dipendenti.
Incentivi all’esodo e futuro della vendita del gruppo
La FIM ha ribadito la necessità di reintrodurre gli incentivi all’esodo, già utilizzati in passato su base volontaria.
Sul fronte della vendita, si attende la convocazione del Governo per discutere delle offerte vincolanti. I sindacati sottolineano che nessun lavoratore deve essere escluso, compresi quelli dell’indotto e degli appalti. Inoltre, chiedono che lo Stato mantenga un ruolo nella nuova compagine societaria.
Decarbonizzazione e sostenibilità
Infine, il tema della decarbonizzazione resta prioritario. Tuttavia, i sindacati ribadiscono che i costi della transizione ecologica non devono ricadere sui lavoratori e sulle loro famiglie. Il rilancio del gruppo deve avvenire senza spezzettamenti, garantendo una strategia di sviluppo sostenibile per l’intera filiera produttiva.