Lo stabilimento Stellantis di Termoli, inizialmente destinato alla produzione di batterie per auto elettriche, si concentrerà sulla produzione di sistemi ibridi. Non solo una scelta strategica dettata dal rallentamento delle vendite di veicoli elettrici in Europa, ma un vero e proprio cambio di rotta per il futuro (nel breve periodo) dello stabilimento molisano.
E’ notizia che arriva dalla Francia lanciata da Frandroid.fr, portale specializzato nell’attualità legata alle tecnologie.

L’obiettivo: 300.000 trasmissioni ibride all’anno
L’ibrido sta diventando una scelta sempre più importante per Stellantis. Il gruppo ha sviluppato una trasmissione elettrificata eDCT (Electrified Dual Clutch Transmission), che integra un motore elettrico da 21 kW e una batteria da 0,89 kWh. Questa tecnologia è già presente su diversi modelli con motorizzazione Hybrid 136 e-DSC6.
Per soddisfare la crescente domanda, Stellantis ha deciso di espandere la produzione di questa trasmissione anche a Termoli, oltre agli stabilimenti di Metz (Francia) e Mirafiori (Italia). L’obiettivo è produrre 300.000 unità all’anno, garantendo continuità produttiva e nuovi posti di lavoro.
Addio alla Gigafactory sulla produzione di batterie?
Negli ultimi anni, i dipendenti dello stabilimento di Termoli hanno vissuto momenti di incertezza, compresi periodi di cassa integrazione. Dopo la fine della produzione del motore FIRE nel 2020 il futuro dell’impianto sembrava incerto. Prima è arrivato il piano della Gigafactory di ACC per la produzione di batterie, che però – per ora – sembra essere tramontato, per far largo all’ibrido. Con buona pace dei sindacati italiani, come Fiom e Fim, che nei giorni scorsi chiedevano chiarimenti da parte della dirigenza Stellantis sulle reali intenzioni circa la realizzazione del progetto Gigafactory.
L’ibrido come scelta strategica: 300 nuove assunzioni a Termoli
Mentre l’Europa cerca di sviluppare la produzione di batterie per garantire una maggiore indipendenza energetica, Stellantis adotta un approccio più prudente. La crescita più lenta del previsto delle vendite di veicoli elettrici spinge il gruppo a investire sull’ibrido, che rappresenta un ponte tra il motore termico e l’elettrico.
Il futuro di Termoli, quindi, sembra legato a una tecnologia che può garantire maggiore flessibilità alla transizione ecologica del settore automotive. E può, al momento, garantire maggiori certezze anche in termini occupazioni. Secondo le prime stime dei sindacati italiani, questa decisione non solo salvaguarda i 2.000 posti di lavoro esistenti, ma potrebbe anche creare 300 nuove assunzioni.