Busta paga più ricca per i lavoratori del settore metalmeccanico artigiano. Da luglio, infatti, riceveranno un aumento di 25 euro mensili, in linea con gli accordi del CCNL firmato a novembre 2024. Si tratta della seconda tranche di un rialzo salariale complessivo di 216 euro al IV livello, distribuita fino al 2026.
Quando scatta l’aumento ai metalmeccanici artigiani e quanto vale
Il CCNL artigiani metalmeccanici 2023–2026, rinnovato a novembre 2024, prevede un incremento complessivo del 14,8%, “una percentuale molto apprezzabile che dovrebbe stare oltre l’inflazione programmata“, a detta della Fiom. Si traduce infatti in un aumento pari a 216 euro al IV livello.
Di questi, 96 euro rappresentano l’acconto sui futuri aumenti contrattuali, mentre gli altri 120 euro costituiscono l’aumento relativo alla retribuzione tabellare, stabiliti dal nuovo accordo del 19 novembre 2024. Tale aumento sarà distribuito in più step:
- 50 euro a dicembre 2024,
- 25 euro a luglio 2025,
- 25 euro a marzo 2026,
- 20 euro a novembre 2026.
Nella busta paga di luglio sarà quindi visibile il prossimo aumento.
Chi beneficia dell’aumento mensile
L’aumento riguarda oltre 500.000 lavoratori delle circa 122.000 imprese artigiane del comparto metalmeccanico, che include:
- officine meccaniche,
- installatori di impianti,
- orafi, argentieri, odontotecnici,
- autoriparatori,
- restauratori,
- lavoratori che svolgono attività subacquee.
Sindacati firmatari del rinnovo
L’ipotesi di rinnovo è stata sottoscritta da Fim‑Cisl, Fiom‑Cgil e Uilm‑Uil, in rappresentanza dei lavoratori metalmeccanici artigiani. Le sigle hanno evidenziato l’importanza dell’accordo, sottolineando che:
“Si tratta di un risultato importante – scrivono i sindacati – che tutela e aumenta il salario e migliora i trattamenti normativi delle lavoratrici e dei lavoratori dell’artigianato metalmeccanico”.
Oltre agli aumenti economici, infatti, il rinnovo prevede anche miglioramenti normativi e di welfare:
- riconoscimento di scatti di anzianità di 10 euro per apprendisti a partire da gennaio 2025;
- formazione continua estesa da 8 a 16 ore all’anno;
- adeguamento dei tempi di preavviso in caso di licenziamento o dimissioni.