Con l’approvazione definitiva al Senato dell’8 luglio 2025, il DDL n. 1430 introduce una serie di tutele innovative per i lavoratori affetti da patologie oncologiche, croniche e rare.
Le nuove misure – che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026 – toccano da vicino anche migliaia di operai, tecnici e impiegati metalmeccanici, spesso esposti a condizioni fisiche intense e a ritmi sostenuti. Si tratta di un “pacchetto completo” pensato per rafforzare i diritti di chi affronta malattie gravi mantenendo il proprio lavoro.
Vediamo nel dettaglio le novità.
Congedo fino a 24 mesi e smart working agevolato al rientro
Una delle novità più rilevanti del decreto riguarda l’estensione del congedo per motivi di salute, riservato ai lavoratori affetti da patologie oncologiche o invalidità pari o superiore al 74%.
Il periodo di assenza dal lavoro – non retribuito ma con diritto alla conservazione del posto – passa da 6 mesi a 24 mesi complessivi, che potranno essere fruiti in modo continuativo o frazionato. Durante questo periodo il lavoratore non maturerà contribuzione né potrà intraprendere altre attività lavorative.
Un altro aspetto innovativo riguarda il diritto di precedenza nell’assegnazione allo smart working al rientro. I dipendenti che rientrano in azienda dopo una lunga assenza per malattia avranno accesso prioritario al lavoro agile, compatibilmente con le esigenze tecniche e organizzative aziendali. Ciò può rappresentare una concreta opportunità di reinserimento graduale, utile sia a livello fisico che psicologico.
Permessi aggiuntivi e maggiore flessibilità per visite e terapie
Il decreto introduce anche permessi retribuiti aggiuntivi dedicati alle esigenze sanitarie dei lavoratori fragili. Si tratta di 10 ore l’anno extra, rispetto a quanto già previsto dai contratti collettivi, da utilizzare per visite specialistiche, trattamenti, esami diagnostici o follow-up medici. Una misura che riconosce il tempo necessario alle cure come parte integrante del diritto alla salute e che si rivela particolarmente utile per chi, pur continuando a lavorare, deve sottoporsi a controlli regolari.
In parallelo, viene così rafforzato anche il principio della flessibilità oraria, in modo da consentire al lavoratore di adattare l’orario in funzione dei propri bisogni terapeutici, senza penalizzazioni economiche o di carriera. Una forma di tutela indiretta ma concreta che ha un impatto importante nella quotidianità degli operai e tecnici che convivono con malattie croniche.
Autonomi e partite IVA: sospensione attività fino a 300 giorni
Le tutele introdotte dalla riforma si estendono anche ai lavoratori autonomi. Per queste figure è prevista la possibilità di sospendere l’attività per motivi di salute fino a 300 giorni l’anno (rispetto ai 150 giorni precedenti) senza perdere la relazione con il committente.
Si tratta di una misura che riconosce anche a chi lavora fuori dal contratto collettivo nazionale il diritto a prendersi cura di sé senza dover rinunciare completamente al proprio impiego.


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