Chi accetta un demansionamento dimostra volontà di collaborare e restare al lavoro. Licenziarlo per poi assumere un altro nello stesso ruolo è illegittimo. La Corte di Cassazione lo dice chiaramente: il sostituto non giustifica il licenziamento.
Questa pronuncia diventa un punto di riferimento importante anche per chi lavora in settori ad alto rischio di turnover, come quello dell’industria metalmeccanica che lavora su processi produttivi standardizzati. Vediamola nel dettaglio.
Il caso: accetta il demansionamento ma viene comunque licenziato
Nel caso n. 18063 portato all’attenzione dei giudici della Cassazione civile, Sez. lav., il 3 luglio 2025, il lavoratore licenziato con vent’anni di servizio all’attivo aveva fatto di tutto per conservare il posto.
Pur di restare in azienda, infatti, avrebbe accettato anche un cambio di mansione o addirittura un demansionamento, chiedendo soltanto di mantenere lo stesso orario di lavoro. Ma nonostante questa disponibilità, è stato comunque licenziato.
L’azienda ha poi assunto nuovo personale per coprire lo stesso ruolo. Un comportamento che la Cassazione ha giudicato irregolare e contrario alla legge, perché non sorretto da motivazioni valide e che smentisce la pretesa impossibilità di un ricollocamento alternativo, mettendo così in discussione la genuinità della scelta organizzativa.
La Corte: il licenziamento è nullo se c’è solo il “sostituto”
Con questa sentenza, la Suprema Corte ribadisce che non basta assumere un sostituto per giustificare il licenziamento di un dipendente in forza. Il datore di lavoro ha l’obbligo di dimostrare una reale necessità organizzativa o economica, altrimenti il provvedimento è nullo.
Quando un licenziamento viene dichiarato nullo:
- il dipendente ha diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro;
- l’azienda deve versare gli stipendi non pagati e i contributi arretrati;
- può scattare anche un risarcimento danni per il licenziamento ingiustificato.
Non solo: la disponibilità del lavoratore ad accettare mansioni inferiori è un ulteriore elemento che evidenzia la volontà di non interrompere il rapporto. L’azienda avrebbe quindi dovuto valutare soluzioni alternative.
Cosa significa per il mondo dei metalmeccanici
Nel settore metalmeccanico, dove le riorganizzazioni sono frequenti, questa sentenza può fare la differenza. Molti operai e tecnici, spesso coinvolti in cambi di mansione o tagli del personale, potrebbero trovarsi in situazioni simili.
I sindacati del comparto, come Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, potranno usare questa giurisprudenza per contrastare licenziamenti basati solo sulla sostituzione e ottenere tutele più forti per i lavoratori.

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