L’economia tedesca torna a fare i conti con la recessione. Nel secondo trimestre 2025 il Pil si è contratto dello 0,3% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, secondo i dati di Destatis (l’ISTAT tedesco). La stima preliminare parlava di un -0,1%, ma la revisione è stata più severa.
Non solo: anche i dati del biennio precedente sono stati corretti al ribasso, con una flessione dello 0,9% nel 2023 e dello 0,5% nel 2024.
La Bundesbank avverte che la crescita resterà vicina allo zero anche nel trimestre in corso, con prospettive di stagnazione o lieve recessione.
I dazi Usa colpiscono la Germania e i suoi fornitori
Alla debolezza interna si sommano gli effetti dei dazi americani. L’intesa del 27 luglio prevede tariffe al 15% su un ampio paniere di prodotti europei, con la minaccia di mantenerle al 27,5% sull’auto se Bruxelles non rispetterà gli impegni presi.
Le esportazioni tedesche hanno già subito contraccolpi: gli importatori Usa hanno anticipato gli ordini a inizio anno, drogando i dati del primo trimestre e lasciando un vuoto nei mesi successivi.
L’Italia nella filiera tedesca: automotive, elettrodomestici, metallurgia
Il rallentamento tedesco non resta circoscritto oltre Reno. La manifattura italiana è profondamente intrecciata con la filiera industriale tedesca.
Nel settore automotive, la componentistica italiana – dalla Motor Valley emiliana (Magneti Marelli, Ducati, Lamborghini) alla filiera piemontese e lombarda (Dana, Pirelli, Brembo) – alimenta direttamente gli stabilimenti Volkswagen, Bmw e Mercedes. Un calo degli ordini tedeschi rischia di pesare su distretti come Torino, Modena e Bergamo.
Non meno rilevante la connessione sugli elettrodomestici: Electrolux e Whirlpool collaborano con gruppi tedeschi come Bosch-Siemens, coinvolgendo distretti in Veneto e Friuli. Nella metallurgia e nei semilavorati per macchinari, aziende come Tenaris, Danieli e le acciaierie di Brescia riforniscono clienti tedeschi, così come il distretto delle macchine utensili della Brianza e quello meccanico di Reggio Emilia.
Prospettive incerte per l’export italiano
Se Berlino frena, i fornitori italiani rischiano di perdere ordini e volumi. La Germania è infatti il primo partner commerciale dell’Italia e un punto di sbocco fondamentale per componenti e semilavorati ad alto valore aggiunto. Senza un rapido rimbalzo nella seconda metà dell’anno, l’effetto combinato di dazi Usa, consumi deboli e investimenti in calo potrebbe riflettersi direttamente su occupazione e fatturato delle imprese italiane della filiera metalmeccanica.


