Il dibattito sulla previdenza complementare torna al centro con la proposta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. L’idea è quella di rafforzare il secondo pilastro pensionistico introducendo per i neo assunti un meccanismo di iscrizione automatica ai fondi pensione, con facoltà di recesso tramite opting out entro sei mesi. Una misura che, se approvata nella prossima legge di Bilancio, riguarderebbe anche i lavoratori metalmeccanici appena entrati in fabbrica o che saranno assunti nei prossimi mesi.
La platea potenziale e i numeri in gioco
Secondo le stime elaborate da Itinerari previdenziali, il bacino interessato è di 400-450mila neo assunti ogni anno, valutando tutti i settori. Il sistema genererebbe una copertura valutabile tra 60 e 80 milioni di euro.
Per i metalmeccanici si tratterebbe quindi di una novità importante, visto che le nuove assunzioni – spesso legate a ricambi generazionali e alla gestione degli esodi incentivati – sarebbero automaticamente iscritte a un fondo di categoria come Cometa, salvo rinuncia esplicita.
La novità interesserebbe anche chi passa da un’azienda all’altra e potrebbe cambiare Fondo.
Il nodo delle coperture e il Tfr
Un emendamento simile era stato bocciato nella scorsa Manovra dalla Ragioneria generale dello Stato per mancanza di coperture. Il problema è legato al destino del Tfr: nelle aziende con più di 50 dipendenti, se non conferito ai fondi pensione, confluisce all’Inps.
Con solo il 10% di adesioni automatiche servirebbero 610 milioni per compensare le minori entrate, a fronte di un gettito Tfr che ammonta a 6,1 miliardi. Da qui l’idea di istituire un fondo di garanzia per le Pmi che sostenga finanziariamente il trasferimento del Tfr ai fondi pensione, attraverso credito agevolato.
Rendimento e prospettive per i lavoratori
Oggi gli iscritti alla previdenza complementare sono 9,9 milioni. Nella Metalmeccanica e installazione sono circa 510mila solo conteggiando le adesioni a Cometa, il fondo dell’Industria. Sul totale 2,7 milioni non versano contributi. In pratica gli aderenti attivi sono poco più di 7 milioni, concentrati nelle grandi imprese.
I rendimenti netti tra 2014 e 2024 sono stati del 2,2% per i fondi negoziali (quelli previsti dal CCNL), del 2,4% per i fondi aperti e del 2,9% per i Pip, valori sostanzialmente in linea con la rivalutazione del Tfr (2,4%). Per i metalmeccanici di nuova assunzione, il sistema potrebbe rappresentare un ingresso forzato ma potenzialmente vantaggioso nel lungo periodo, specie se sostenuto da riforme fiscali e meno vincoli normativi.


