Con l’approvazione definitiva al Senato del disegno di legge AS 957, l’Italia compie un passo concreto verso la definizione di una retribuzione equa e proporzionata per tutti i lavoratori. Il testo, già approvato alla Camera, non introduce un salario minimo legale, ma affida al Governo la delega per intervenire sul tema, puntando sul ruolo centrale dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) più applicati nei vari settori produttivi.
Un’impostazione che rafforza in particolare il sistema contrattuale già esistente nel comparto metalmeccanico, dove i CCNL di industria, piccola impresa e artigianato sono tra i più rappresentativi a livello nazionale.
Retribuzione equa basata sui CCNL più diffusi: cosa prevede la legge delega
Il disegno di legge AS 957 stabilisce che il trattamento economico minimo da garantire ai lavoratori dovrà essere quello previsto dai contratti collettivi nazionali più applicati, per ciascuna categoria professionale.
La selezione dei CCNL da prendere come riferimento sarà basata su criteri oggettivi: numero di imprese e numero di lavoratori coinvolti. In questo modo, il Governo potrà definire una soglia retributiva coerente con il mercato del lavoro, senza introdurre una cifra unica uguale per tutti (definitivamente superata, quindi, la soglia dei 9 euro l’ora), ma rispettando le specificità dei diversi settori.
Effetti nel settore metalmeccanico: premiati i contratti di industria, PMI e artigianato
Nel comparto metalmeccanico, questa impostazione valorizza ancora di più i contratti collettivi più solidi e diffusi, come:
- il CCNL Metalmeccanico (firmato da Federmeccanica e Assistal e FIM, FIOM, UILM e la cui trattativa per il rinnovo è in corso),
- il CCNL Metalmeccanici Piccola e Media Industria,
- e il CCNL Artigianato Metalmeccanico.
Si tratta di contratti sottoscritti da organizzazioni datoriali e sindacali rappresentative, che stabiliscono livelli retributivi e tutele coerenti con le dinamiche reali del settore. Il disegno di legge riconosce esplicitamente il valore di questi contratti come base per garantire salari equi anche a chi oggi non è coperto da un CCNL rappresentativo.
Stop ai contratti “pirata”
Oltre a rafforzare la contrattazione collettiva, obiettivo dichiarato del ddl AS 957 è quello di escludere i cosiddetti contratti pirata, ovvero quei contratti collettivi firmati da associazioni datoriali e sindacali non rappresentative, spesso utilizzati per applicare condizioni economiche al ribasso rispetto agli standard del settore.
A confermare il fenomeno è stato anche il CNEL, che in una recente indagine ha evidenziato numerose situazioni di dumping contrattuale legate a CCNL firmati da soggetti minoritari. La nuova legge intende contrastare direttamente queste pratiche, impedendo che vengano applicati trattamenti retributivi inferiori a quelli fissati nei contratti leader di settore.
Più trasparenza sulle retribuzioni e controlli rafforzati
Oltre alla definizione della retribuzione equa, il disegno di legge prevede anche una seconda delega al Governo, finalizzata a:
- rafforzare i controlli contro il lavoro irregolare,
- sviluppare forme di informazione pubblica sulle retribuzioni, per garantire maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro.
Non rientrano nel campo di applicazione della norma i lavoratori della pubblica amministrazione, per i quali continuano a valere le regole e i contratti collettivi specifici del comparto pubblico.

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