La manifestazione “Democrazia al lavoro” organizzata oggi a Roma dalla Cgil potrebbe essere solo l’inizio di una mobilitazione più ampia. Dal palco del corteo, il segretario generale Maurizio Landini ha lasciato intendere che il sindacato è pronto a proclamare uno sciopero generale contro la legge di Bilancio del governo Meloni. “Non escludiamo nulla – ha dichiarato –. Intanto oggi vogliamo dimostrare che c’è una parte molto importante del Paese che chiede dei cambiamenti”.
In piazza 200mila persone, rabbia anche tra i metalmeccanici
Secondo gli organizzatori, oltre 200mila persone hanno sfilato per le vie di Roma. Una mobilitazione che ha coinvolto migliaia di lavoratori metalmeccanici arrivati da tutta Italia, stanchi di vedere salari fermi e fabbriche in crisi. Dalle acciaierie ai grandi impianti dell’automotive, cresce il malessere per una Manovra che non prevede risorse per il rinnovo dei contratti né per affrontare la transizione industriale. “Siamo qui perché la politica non può ignorare chi lavora nelle fabbriche”, è stato uno dei messaggi più ricorrenti durante la manifestazione.
Fiom pronta a seguire la Cgil, Fim e Uilm restano fuori
Se la Cgil deciderà di proclamare lo sciopero generale, la Fiom sarà della partita. I metalmeccanici Cgil hanno già dato disponibilità a fermare la produzione in segno di protesta contro la Manovra, le politiche industriali del governo, sui salari e sulle pnsioni. Diversa la posizione di Fim-Cisl e Uilm, che non intendono partecipare a una mobilitazione considerata “politica” e non strettamente sindacale.
I sindacati (tutti) contestano la scelta del Governo di detassare gli aumenti contrattuali solo per i redditi fino a 28mila euro, con un’aliquota ridotta al 5%. Una misura che, secondo i sindacati, favorirà solo apprendisti e lavoratori con basse qualifiche, lasciando esclusi tecnici e operai specializzati. Con la sola differenze che Fiom e i sindacati di base già scaldano i motori per avviare una serie assemblee nei luoghi di lavoro e azionare uno sciopero contro queste limitazioni della manovra e altri aspetti (specie quelle in materia di pensioni e tassazione). Mentre Fim e Uilm in questa fase sono più orientate a puntare solo sulla strada del dialogo col Governo.
Il 28 novembre data possibile: la spinta dei sindacati di base
Una data circola già con insistenza: il 28 novembre. In quella giornata, CUB e USB hanno proclamato lo sciopero generale, in coincidenza con il Black Friday, momento strategico per logistica, e-commerce e produzione. Resta da capire se Landini sceglierà di allinearsi ai sindacati di base, come avvenuto il 3 ottobre con la protesta contro Israele che aveva bloccato la “flotilla della pace”. Di certo, se la Cgil farà partire la chiamata, la Fiom con i metalmeccanici risponderà presente.


