Anche le tute blu saranno in prima linea nello sciopero generale di venerdì 12 dicembre 2025, proclamato dalla Cgil contro la Legge di Bilancio 2026. La Fiom, insieme a tutte le categorie del sindacato guidato da Maurizio Landini, aderirà alla mobilitazione che coinvolgerà l’intero sistema produttivo: trasporti, scuola, sanità, industria e servizi. Si tratta della seconda occasione di astensione dal lavoro in meno di un mese, dopo lo sciopero del 28 novembre indetto dall’Usb, che aveva già portato in piazza lavoratori pubblici e privati.
Le ragioni della protesta: salari, precarietà e sanità pubblica
Dall’assemblea nazionale della Cgil a Firenze, Landini ha ribadito che la mobilitazione nasce da motivazioni “pienamente sindacali”: aumentare i salari, difendere la sanità pubblica, contrastare la precarietà e fermare la “privatizzazione dei diritti fondamentali”. Per il leader della Cgil, “ci sono livelli salariali da fame” che colpiscono anche il settore metalmeccanico, dove molti lavoratori attendono ancora il rinnovo dei contratti e un riconoscimento economico adeguato ai profitti delle imprese.
Fiom Cgil in prima linea con le tute blu
La Fiom Cgil parteciperà compatta, chiamando allo sciopero tutti i lavoratori metalmeccanici e metallurgici, sia dell’industria che dell’artigianato. “È una battaglia di dignità e di giustizia sociale – spiegano i rappresentanti del sindacato – perché i lavoratori che producono ricchezza non possono continuare a vivere con salari bassi e contratti scaduti”. I presìdi e i cortei coinvolgeranno i principali poli industriali del Paese: Torino, Milano, Bologna, Napoli e Taranto, con la partecipazione massiccia delle fabbriche Stellantis, Leonardo e Iveco.
Sindacati divisi: Cisl in piazza da sola, Uil in silenzio
Il fronte sindacale, tuttavia, si presenta spaccato. La Cisl ha scelto una linea autonoma e organizzerà una manifestazione nazionale a Roma sabato 13 dicembre, il giorno dopo lo sciopero. La Uil, guidata da Pierpaolo Bombardieri, non ha ancora aderito: la sigla si è spostata su un asse di dialogo con il Governo, vicino a quello della Cisl, ma senza condividerne pienamente la strategia. Un segnale di divisione che accompagna la vigilia di uno degli scioperi più significativi dell’anno.


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