C’è tempo fino al 9 dicembre 2025 per richiedere il bonus mamme introdotto con la legge di bilancio, che riconosce 40 euro al mese (480 euro l’anno) alle lavoratrici con almeno due figli, di cui il più piccolo minore di 10 anni. La misura è valida sia per dipendenti che autonome, purché con un reddito annuo non superiore a 40mila euro.
Secondo le stime dell’Istat, il bonus interessa circa 865mila lavoratrici, pari a un quarto delle madri occupate in Italia (3,5 milioni). Si tratta del 3,2% delle famiglie residenti, con un impatto medio sui redditi familiari stimato intorno al +2,7%. Praticamente insignificante. E’ quanto indicata la Relazione tecnica del Governo alla Manovra di Bilancio 2026.
Dal 2026 importo più alto: 60 euro al mese
A partire dal 2026, la misura sarà potenziata: l’importo mensile salirà da 40 a 60 euro, per un totale di 720 euro l’anno. La legge di bilancio ha previsto questo aumento per sostenere maggiormente la genitorialità e contrastare il calo delle nascite, soprattutto tra le famiglie con redditi medio-bassi.
Il beneficio, spiega la relazione tecnica, produrrà nel 2026 un incremento medio di circa 220 euro rispetto al 2025. Resta invariata la platea delle destinatarie: madri di due figli (di cui uno minore di 10 anni) e reddito entro 40mila euro.
Incentivi per il part-time e le assunzioni
La manovra affianca al bonus mamme anche un esonero contributivo fino a 3mila euro annui per 24 mesi per chi trasforma il contratto da tempo pieno a parziale, purché madre o padre con almeno tre figli conviventi. Tuttavia, la platea stimata è ridotta: circa 2.800 lavoratrici.


