Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha annunciato nuovi finanziamenti per le aziende metalmeccaniche che vogliono diversificare la produzione, uscendo dalla filiera automotive per investire nei settori della difesa, aerospazio, blue economy e cybersicurezza.
Tra le misure previste, spicca un fondo da 200 milioni di euro destinato a sostenere la ricerca e innovazione delle imprese dell’indotto automobilistico che scelgono di riconvertire le proprie attività.
2,5 miliardi per il rilancio della filiera
Il governo ha stanziato 2,5 miliardi di euro per il triennio, con 1,6 miliardi previsti nel 2025. Queste risorse comprendono:
- 1 miliardo per gli Accordi per l’innovazione.
- 870 milioni per i Contratti di sviluppo.
- 220 milioni per i mini Contratti di sviluppo.
- 200 milioni per il sostegno alla ricerca e innovazione.
Questi fondi non saranno destinati solo all’automotive, ma verranno ripartiti con altre filiere strategiche, in particolare quella della difesa e dell’aerospazio.
Dalla componentistica auto alla Difesa
L’obiettivo del governo è favorire la transizione delle aziende della componentistica auto verso settori più redditizi e con un alto potenziale di crescita. Il ministro Adolfo Urso ha spiegato che le risorse a cui Stellantis ha rinunciato verranno utilizzate proprio per sostenere gli investimenti delle imprese che diversificano la produzione.
Questa scelta punta a ridurre la dipendenza dalla filiera automotive, un settore in difficoltà. A gennaio, la produzione di autovetture si è fermata a 10.800 unità, registrando un calo del 63,4% rispetto al 2024.
Stop all’Ecobonus, arriva il leasing sociale
Il governo ha deciso di non rinnovare l’Ecobonus per l’acquisto di auto elettriche, ritenendolo inefficace. L’esecutivo punta invece su un Piano automotive europeo, chiedendo incentivi omogenei a livello comunitario per sostenere la domanda di veicoli a basse emissioni, non solo elettrici.
Nella seconda metà dell’anno partirà un nuovo intervento a sostegno della domanda: il leasing sociale. Si tratta di un contributo per chi stipula contratti di noleggio a lungo termine di almeno tre anni per auto a basse emissioni.
Sindacati contrari alla riconversione verso la Difesa
Le organizzazioni sindacali hanno espresso perplessità sul piano del governo. Secondo Fim-Cisl, le risorse stanziate non bastano per sostenere le aziende della componentistica. La Fiom-Cgil ha criticato l’idea di passare dalla mobilità sostenibile al settore militare, definendola eticamente e industrialmente insensata. Anche la Uilm ha sottolineato che un cambio così radicale non è realistico, data l’alta specializzazione richiesta nei vari settori.
Nel frattempo, il governo sta cercando soluzioni anche sul fronte fiscale e dei fringe benefit, con un confronto aperto tra il ministro Urso, il ministro dell’Economia Giorgetti e Confindustria.