Il decreto, che richiede alle imprese di stipulare polizze contro le calamità naturali, presenta ancora troppe incertezze e potrebbe costare alle aziende almeno 2 miliardi di euro. In tv nei giorni scorsi il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha lanciato un appello al Governo per rinviare l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali ed eventi catastrofali.
“Chiediamo che prevalga il buon senso e che si intervenga con un rinvio per chiarire tutti gli aspetti e costruire polizze adatte alle esigenze delle imprese”, ha dichiarato Granelli, sottolineando le preoccupazioni di oltre 4 milioni di imprenditori.
Troppe incognite sulle coperture assicurative
Granelli evidenzia diverse criticità nel provvedimento. Non è chiaro quali beni vadano assicurati, quali danni siano effettivamente coperti e come confrontare le offerte delle compagnie assicurative. Inoltre, molte aree del Paese potrebbero subire un’applicazione disomogenea del decreto, portando a costi ingiustificati per le imprese.
Un punto particolarmente critico riguarda l’esclusione dai risarcimenti dei danni causati da precipitazioni intense, che invece sono sempre più frequenti e distruttive. “Senza regole chiare, rischiamo il Far West delle polizze assicurative”, avverte Granelli.
Le conseguenze della mancata assicurazione
Le imprese che non sottoscriveranno la polizza obbligatoria entro il 31 marzo 2025 cadranno in alcune particolari penalizzazioni. Quanto più pesanti nel momento in cui si dovessero verificare queste calamità:
- Esclusione da contributi e agevolazioni pubbliche, comprese le misure di ristoro per danni da eventi catastrofali.
- Difficoltà nell’accesso ai finanziamenti bancari, in particolare quelli garantiti dal Fondo di garanzia per le PMI.
- Maggiore vulnerabilità economica in caso di disastri naturali, senza possibilità di recuperare le perdite tramite fondi pubblici.
Urgente un confronto con il Governo
Confartigianato chiede al Governo di riaprire il confronto per trovare soluzioni concrete. Il 26 marzo, mentre la Camera ha bocciato un emendamento che prevedeva un rinvio di 7 mesi, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato un incontro con Confartigianato, le altre organizzazioni imprenditoriali e Ania per il 31 marzo, giorno ultimo prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Secondo quanto anticipato da alcuni fonti di stampa, come Il Sole 24 Ore, il Governo potrebbe decidere di prorogare il termine al 30 giugno 2025, per dare più tempo alle imprese di mettersi in regola e acquisire maggiori informazioni dalle assicurazioni.
“Le polizze agiscono sull’effetto ma non prevengono le cause dei danni”, sottolinea Granelli, chiedendo maggiori investimenti in prevenzione e messa in sicurezza del territorio.
L’Italia ha subito danni per 68,1 miliardi di euro nel periodo 2014-2023 a causa di eventi meteorologici estremi. Un dato che evidenzia l’urgenza di misure strutturali più che obblighi assicurativi privi di chiarezza normativa.